Roma

La Mola come non l’avete mai vista

Loredana Gelli

Un nuovo itinerario naturalistico-archeologico per onorare il Santo Patrono. San Gregorio da Sassola, un piccolo borgo medievale che vanta un’alta percentuale di musicisti, immerso nel verde incontaminato dei Monti Prenestini festeggia, nel weekend, il Santo Patrono.
In questa occasione, oltre alla tradizionale colazione con prodotti tipici locali, sarà inaugurato un nuovo percorso naturalistico: la «Valle della Mola» che si potrà effettuare con visite guidate. Una caratteristica peculiare della zona, infatti, è un’interessante area archeologica, ricca di testimonianze risalenti al tempo della Roma repubblicana e imperiale come i resti degli acquedotti, delle ville e dei numerosi cumuli.
Attraverso la «selciatela» un tratto di strada romana in basolato si arriva al ponte degli Archi della Mola (Acquedotto Anio Vetus, 272 avanti Cristo) e al ponte San Pietro (acquedotto Acqua Marcia, 144 avanti Cristo), una vera e propria fusione tra i monumenti dell’antichità classica e la natura incontaminata dei Valloni di San Gregorio.
Il nome del paese si deve a Gregorio Magno che governò tutta la zona e la cui statua lignea cinquecentesca verrà trasportata dai fedeli per le strade del centro storico sulle note della banda cittadina. La cittadina è anche famosa per la produzione di olive in salamoia, della pasta d’olive da spalmare sul pane e dell’olio extravergine, principali risorse del paese. Lo sperone tufaceo su cui si staglia il paese ne accentua l’aspetto spiccatamente medievale caratterizzato soprattutto dal bel Castello Brancaccio, edificio originario del X secolo, poi rimaneggiato, con l’affascinante ponte levatoio, le merlature e le possenti mura che narrano la storia di antiche lotte.
Nell’ala, fatta costruire appositamente dal cardinale Prospero Publicola Santacroce nel XVI secolo, si possono ammirare alcune sale che sono state affrescate da Federico Zuccari. La ristrutturazione del vecchio centro storico si deve, invece, al cardinale Carlo Pio di Savoia che fece costruire il caratteristico «borgo Pio», parte nuova del paese, raggiungibile dal piazzale del castello e costituito da una strada fiancheggiata da cinque schiere di case, terminante in una piazza ellittica divisa in quattro quartieri, ciascuno dedicato a un santo e chiamata «teatro». Nel teatro si trova anche Piazza Padella, realizzata su un probabile disegno della scuola del Borromini, il parco comunale ricco di alberi secolari e le chiese cinquecentesche di San Sebastiano e di San Gregorio Magno.
Fuori dal paese, in una posizione che costituisce un eccezionale punto di osservazione sull’intera pianura romana si trova infine il complesso monastico di Santa Maria Nuova e la Chiesa di San Giovanni Evangelista, tutte da vedere.
Ristoranti, nel paese, non se ne trovano e l’appeal gastronomico è offerto unicamente dalle numerose sagre che, in questo periodo si susseguono e permettono assaggi collettivi delle varie, gustosissime specialità locali.
Il prossimo appuntamento con una sagra è per domenica prossima, 26 marzo quando in piazza regnerà sovrano il prosaico cinghiale. Nel corso della giornata saranno allestiti stand gastronomici, prevedibilmente affollati, con degustazioni di grandi classici della gastronomia contadina del Centro Italia come le «pappardelle al ragù di cinghiale» e il «cinghiale alla cacciatora».

Infine le immancabili, saporitissime «salsicce di cinghiale» accompagnate da robusto vino rosso locale.

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