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«Il mondiale non fa per me Sfiderò Nibali a Giro e Tour»

«Non sarei stato utile, nemmeno per aiutare Valverde Aru e Vincenzo fanno bene a credere al progetto Cassani»

Per gli spagnoli è il grande assente, per certi versi è anche la grande delusione. Alberto Contador non correrà domenica prossima la sfida iridata di Ponferrada, cittadina incastonata nella comunità autonoma di Castiglia e Leòn. «È un mondiale che non mi si addice. È un percorso certamente selettivo, ma che esalterà le doti di corridori che hanno lo spunto veloce e sanno tenere sugli strappi. Io lo spunto veloce, in un eventuale quanto probabilissimo arrivo allo sprint di un gruppetto di una ventina di unità, non ce l'ho. Sarebbe come chiedere a Cavenidish di vincere sulle Alpi», spiega il campione spagnolo fresco di vittoria alla Vuelta España.

Javier Mínguez, selezionatore della nazionale spagnola, in un primo momento si era impuntato e aveva inserito il campione di Pinto nella lista allargata. Poi ha dovuto farsene una ragione: la Spagna sarà tutta per Valverde, anche Purito Rodriguez, nonostante i malintesi di un anno fa a Firenze.

Senta Contador, qualcuno dice che non ha accettato di correre il mondiale per evitare di dare una mano a Valverde...

«Assolutamente no, io vado d'accordo con tutti. La Spagna è forte ed è giusto che punti su Alejandro: è un percorso che gli si addice. E avrà al proprio fianco corridori adattissimi al ruolo».

Il nostro Nibali, come del resto lo stesso Aru, non sono adatti al circuito iridato, ma in ogni caso non hanno rinunciato alla maglia azzurra…

«Sono scelte. Vincenzo e Fabio hanno fatto bene ad accettare il progetto iridato di Cassani: se ci credono è giusto che ci provino. Io credo di essere poco utile alla causa e quindi lascio il posto ad un altro».

Niente Mondiale, ma in compenso, venerdì pomeriggio in Valtellina, a Bianzone, alla vigilia di una due giorni organizzata dalla RH+ con la Fundacion Contador (12 ragazzi tra juniores e under'23 che con lui sabato hanno scalato assieme a migliaia di cicloamatori il Gavia e ieri il Mortirolo) il grande annuncio: correrà il Giro…

«Sapete quanto io ami questa corsa, quanto mi piaccia venire da voi. Mi trovo bene, mi piace il calore della vostra gente, sono ammirato dalle vostre bellezze e dalla vostra cucina. Bene, il mio primo obiettivo del prossimo anno sarà proprio il Giro».

Sabato ha anche incontrato Mauro Vegni, direttore del Giro d'Italia…

«È un amico. Era contento del mio annuncio. E io sono contento di vedere negli occhi degli appassionati italiani così tanto entusiasmo. Amate Nibali e Aru, ma volete bene anche a me: e io ne vado orgoglioso».

Anche Vincenzo vorrebbe correre il prossimo anno Giro e Tour…

«Sarebbe bello, per tutti. Nelle grandi corse ci dovrebbero essere sempre i grandi corridori».

Cosa è la Fondazione Contador?

«Si occupa di dare una mano al ciclismo spagnolo. I ragazzi vengono scelti in base a risultati agonistici, rendimenti scolastici e soprattutto qualità umane. In più la nostra Fondazione si prende cura della diffusione della pratica del ciclismo e della mobilità nelle città. Non ultimo, raccogliamo risorse e organizziamo manifestazioni per la ricerca contro l'ictus. Io sono un sopravvissuto e so che è un argomento che non può e non deve essere sottovalutato».

Torniamo al mondiale: chi è il suo favorito?

«È una sfida molto aperta. Vincerà un corridore che ha fondo, tiene sugli strappi e ha un buono spunto veloce nel finale. Ce ne sono diversi. Difficile fare un nome.

Di sicuro posso dire chi non lo vincerà: io».

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