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Mondiali di sci: oro in SuperG all'austriaca Goergl, cantante jet

Nella cerimonia di apertura aveva cantato «You're the hero», l'inno ufficiale da lei composto, poi ha sfrecciato sulla pista Kandahar 1 precedendo l'americana Julia Mancuso e l'atleta di casa Maria Riesch. Male la Vonn, solo settima e preceduta anche da Elena Curtoni, la migliore delle azzurre

«You're the hero», aveva cantato l'austriaca Elisabeth Goergl presentando alla cerimonia inaugurale l'inno ufficiale dei Mondiali di sci alpino, un motivo rock da lei stessa composto e interpretato con cui aveva vinto un apposito concorso. Poche ore dopo, nel Supergigante che ha aperto le competizioni a Garmisch-Partenkirchen, proprio Elisabeth Goergl si è ritrovata nei panni dell'eroina vincendo la prima medaglia d'oro in palio. Argento, a soli 5 centesimi, all'americana di origini italiane Julia Mancuso e bronzo alla campionessa di casa Maria Riesch, attesissima nella sua città e tradita forse dall'eccesso di aspettative mediatiche.

Ma ancora più tradita da questa responsabilità è stata l'americana Lindsey Vonn, che ha ceduto lo scettro iridato di Supergigante da lei conquistato due anni fa in Val d'Isere. La bella campionessa Usa alla vigilia aveva lasciato tutti con il fiato sospeso: pista troppo pericolosa, roba da uomini, non so se gareggerò, decido all'ultimo momento. La decisione infine è arrivata stamani e Lindsey è venuta però giù senza impensieriere mai le rivali - in ritardo progressivo ad ogni intermedio - sui 1.935 metri di una Kandahar 1 che in realtà non era poi così terribile: una serie di curve gelate, ma per il resto una pista sicuramente abbordabile dalle ragazze jet del circo bianco. Tanto che ci sono state (solo) tre cadute - molto spettacolare quella della campionessa olimpica Andrea Fischbacher - ma senza danni seri, a parte una mano ferita per la tedesca Gina Stechert.

Insomma, Lindsey è stata battuta solo da se stessa e dall'aver lei per prima caricato la gara di enormi attese. Alla fine l'americana ha chiuso - dopo aver dominato la stagione di Coppa del mondo - solo al 7° posto, a ben 84 centesimi dalla Goergl. Tanto da finire alle spalle - e qui c'è la notizia migliore per l'Italia - per un solo centesimo della più giovane del quartetto azzurro. Elena Curtoni da Morbegno, lombardo- alpina doc, 20 anni compiuti il 3 febbraio scorso, è stata infatti la più veloce delle italiane, con un bel 6° posto fatto di tecnica e grande coraggio.

Campionessa mondiale juniores di Supergigante solo poche settimane fa a Crans Montana, prima stagione in Cdm, diploma di liceo artistico in tasca e grande passione per la pittura («disegno figure umane»), Elena è la sorella minore di Irene Curtoni, anche lei nella Nazionale azzurra ma impegnata in slalom e gigante. «Essere davanti alla Vonn è un sogno.
Peccato solo che proprio oggi la Vonn sia finita solo settima. Ma sono contenta di me stessa, ho fatto una bella gara, attaccando. Forse, ripensando alla mia prova, avrei potuto limare qualcosa in più sulla prima parte del tracciato. Ma va bene così, non posso che essere soddisfatta», ha detto a fine gara Elena, un metro e 73 di altezza, fisico asciutto, lunghi capelli neri e bel sorriso.

Per l'Italia c'è poi il nono posto della bresciana Dada Merighetti: «Sono contenta, è il mio miglior risultato di Supergigante in carrriera, è di buon auspicio su questa pista visto che la mia gara è la discesa». Decisamente più deludenti i risultati di Elena Fanchini, solo 18ª e sempre a disagio sulle curve molto dure e tecniche come quelle di Garmisch; e di Johanna Schnarf, che è finita addirittura 23ª quando solo un anno fa aveva sfiorato il bronzo nella gara olimpica a Vancouver. Oggi ha commesso troppi errori un pò su tutto il tracciato: una gara da dimenticare.


Prossima gara sulla pista Kandahar, parallela a quella su cui hanno gareggiato le donne, il Supergigante uomini.

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