Mondo

Airbus, la procura: "Il copilota voleva distruggere l'aereo"

Il procuratore: "Ad oggi, alla luce delle indagini in corso, l’interpretazione più plausibile per noi inquirenti è che il copilota abbia volontariamente permesso la perdita di quota dell’aereo e che avesse la volontà di distruggere questo aereo"

Airbus, la procura: "Il copilota voleva distruggere l'aereo"

Comincia ad affiorare un pezzo di verità sulla tragedia aerea dell'Airbus in Provenza. Il co-pilota dell’A320 caduto nel sud della Francia è rimasto da solo in cabina e ha azionato "volontariamente" la discesa dell’aereo. Lo ha confermato il procuratore di Marsiglia Brice Robin, aggiungedo che il respiro del co-pilota è registrato nella scatola nera fini al momento dell’impatto, il che significa che si è deliberatamente rifiutato di aprire al comandante rimasto fuori. "Ad oggi, alla luce delle indagini in corso, l’interpretazione più plausibile per noi inquirenti è che il copilota abbia volontariamente permesso la perdita di quota dell’aereo e che avesse la volontà di distruggere questo aereo", ha affermato il procuratore.

Secondo la timeline ricostruita dal quotidiano, alle 10.30 l’Airbus, identificativo radio "Germanwings One Eight Golf", conferma le istruzioni dalla torre di controllo francese. Alle 10.31.02, tuttavia, il velivolo abbandona l’altitudine assegnata e comincia a scendere: il radar registra una discesa di circa 17,8 metri al secondo. I controllori provano a mettersi in contatto con la cabina di volo senza successo. Alle 10.35.08 i tentativi di contattare l’aereo attraverso la international distress frequency (frequenza designata per le emergenze, ndr) cadono nel vuoto. Alle 10.36 i controllori dichiarano l’emergenza, secondo la normativa internazionale, e avvisano i servizi di soccorso. L’A320 scende a un’altitudine di 7.600 metri.
Alle 10.36.47 vi è l’ultimo tentativo di mettersi in contatto con l’Airbus; dal velivolo ancora nessuna risposta. Alle 10.40 l’A320 scompare dai radar; prima che accadesse la sua altitudine era di 1.890 metri. Dalle 10.36, ora dell’ultima chiamata, viene allertata la Difesa. È lo "scramble": il decollo d’emergenza del caccia pronto a tutto. In questo caso un Mirage 2000 dell’Aeronautica francese che si alza da Marsiglia. Il caccia raggiunge lo spazio aereo in cui volava l’Airbus quando oramai questo è scomparso dai radar. E non riesce a individuarlo.

L’ultimo messaggio trasmesso dall’Airbus A320 della GermanWings, intorno alle 9:30, era "un messaggio di routine": lo ha detto, Remi Jouty, il direttore del Bea (L’ufficio di inchiesta e analisi per la Sicurezza dell’Aviazione in Francia) in una conferenza stampa nel pomeriggio. Infine secondo il New York Times, che cita un investigatore che preferisce rimanere anonimo, la traccia audio della scatola nera ricostruisce quanto accaduto nella cabina di pilotaggio poco prima dello schianto, in base alle voce dei due piloti. La conversazione tra i due è pacata fino ad un certo punto: poi uno dei due piloti esce dalla cabina, non si sa per quale motivo, e quando prova a rientrare trova la porta chiusa. Prova a chiamare il collega dentro, ma nessuno gli risponde. Allora prova a forzare la porta, ma non ci riesce, perché la porta è chiusa.

Dopo poco, lo schianto.

Commenti