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Provocazione armata di Kiev al confine. ​Il Cremlino: "Se ne pentiranno"

Le forze ucraine prepararano una provocazione vicino al confine della Crimea. In tal caso, la Russiaè pronta a reagire

Provocazione armata di Kiev al confine. ​Il Cremlino: "Se ne pentiranno"

Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, lancia l'allarme sull'Ucraina: "Poroshenko sta preparando una provocazione armata sul confine con la Russia". In un'intervista alla radio Komsomolskaya Pravda, Lavrov ha detto che la "provocazione sarà sul confine della Crimea durante gli ultimi dieci giorni di dicembre". Il ministro russo ha confermato che la Russia non ha intenzione di muovere guerra nei confronti di Kiev: "Noi non lanceremo una guerra contro l'Ucraina, ve lo prometto", ha aggiunto Lavrov.

Tuttavia, le dichiarazioni del ministro di Mosca alla radio russa non devono lasciare intendere che il Cremlino non abbia ritenzione di reagire. In caso di un'azione ucraina al confine con la Crimea, il capo della diplomazia russa è stato chiarissimo: "Se ne pentiranno, questo è il nostro confine, questo è il nostro Paese, noi non permetteremo a Poroshenko di cercare di proteggere i suoi interessi, nella sua ottica, e violare i diritti che proteggono i cittadini della Crimea nel pieno rispetto della legge internazionale".

La questione è particolarmente delicata, dal momento che, secondo i russi, Poroshenko sarebbe valutando il da farsi insieme agli alleati occidentali, quindi alla Nato, che è considerata ormai partner di Kiev. "Gli consigliano di di portare avanti azioni belliche a bassa intensità per permettere loro di continuare con la propaganda sul fatto che i russi sarebbero portando un'offensiva contro l'Ucraina", ha spiegato Lavrov. La mossa servirebbe secondo i russi a dimostrare che gli occidentali hanno "la necessità di colpire la Russia con le sanzioni". Ma da Mosca il messaggio è chiaro: "Le azioni militari non devono mai passare alla fase che richiederebbe una risposta su ampia scala" da parte della Federazione russa.

E adesso il confine fra i due Stati torna a essere incandescente. La questione dei marinai russi detenuti dalle forze di sicurezza russa continua a tenere banco a livello internazionale. Il vertice Osce di Milano non è servito a placare le tensioni per quanto avvenuto nel Mar d'Azov. E Vladimir Putin, così come Poroshenko, non ha interesse a cedere. In ballo c'è molto di più di un piccolo specchio d'acqua: cè il futuro della crisi fra i due Paesi.

Intanto, l'inviato speciale degli Stati Uniti per l'Ucraina, Kurt Volker, ha commentato: "Non credo che vedremo un attacco ucraino. Un attacco russo è possibile". "Sono affermazioni che vengono fatte per distogliere l'attenzione da quello che sta facendo la Russia. Queste affermazioni potrebbero creare una sorta di copertura per un attacco della Russia.

Spero non accada, ma è possibile", ha aggiunto l'inviato Usa.

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