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Anche nelle Filippine i cristiani si armano contro i terroristi

Stanchi degli attacchi dei numerosi gruppi musulmani attivi nel sud delle Filippine, alcuni cristiani hanno deciso di armarsi per difendere il proprio territorio

Anche nelle Filippine i cristiani si armano contro i terroristi

Si chiamano Red God Defenders, i Difensori del Dio rosso. Sono i contadini cristiani che hanno imbracciato le armi per difendersi dagli estremisti musulmani nel sud delle Filippine. Da tempo, infatti, le violenze delle numerose organizzazioni armate vicine ai tagliagole dello Stato Islamico, colpiscono i cristiani che abitano nella regione del Mindanao.

Stanchi di questi attacchi, alcuni cristiani hanno deciso di armarsi e di sfidare gli estremisti musulmani. “Ci siamo armati perché siamo stati costretti”, ha spiegato Asiong, portavoce dei miliziani, durante una cerimonia del gruppo. “Siamo sempre sotto attacco, anche mentre lavoriamo nella nostra terra”. Durante la celebrazione è stata simbolicamente bruciata la bandiera nera dell’Isis e gli oltre trecento guerriglieri presenti, hanno giurato di difendere i loro territori dai ribelli islamici.

Nel sito della Conferenza episcopale filippina, Lito Lampon, vescovo vicario di Jolo, ha precisato che questo “è un tentativo disperato di alcuni fedeli che sono attaccati di continuo da gruppi armati musulmani”. Non mancano però le polemiche. Sebastiano D’Ambra, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime) nelle Filippine, ha detto che “la violenza non è la via cristiana”.

Gli attacchi contro la comunità cristiana sono frequenti. L’ultimo è avvenuto il giorno di Natale, quando i miliziani del Bangsamoro Islamic Freedom Fighter (Biff) hanno colpito diversi villaggi, uccidendo quattordici persone. I ribelli armati hanno aperto il fuoco contro contadini indifesi che stavano lavorando nelle loro piantagioni, provocando la morte di nove persone. Nelle stesse ore un ordigno artigianale è stato fatto esplodere nelle vicinanze di una cappella cristiana.

Il Biff è un gruppo ben organizzato, fuoriuscito dal Moro Islamic Liberation Front (Milf), dopo un accordo di pace firmato nel 2012 tra quest’ultimi e il governo di Manila. L’accordo prevede la creazione di una regione autonoma musulmana nella parte meridionale di Mindanao entro la fine del 2016.

Ma queste non sono le uniche organizzazioni attive. Anche se non molto numeroso, un altro gruppo in grado di organizzare azioni di guerriglia è il Moro National Liberation Front (Mnlf), nato alla fine del degli anni sessanta sotto la guida del terrorista Nur Misuari. Nella regione è attivo anche Abu Sayyaf Group (Asg), fondato alla fine degli anni ottanta da Abdurajik Janjalani grazie al finanziamento di sei milioni di dollari fatto da Osama Bin Laden. Nell’ultimo periodo, però, sembra che l’organizzazione abbia avuto stretti rapporti con lo Stato Islamico.

Una giungla di sigle e gruppi che i cristiani hanno deciso di combattere.

Armi in pugno.

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