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Attentato a Londra, il racconto dell'italiano: "Io e mio figlio nascosti in cantina per fuggire dagli spari"

Sandro Baronchelli era andato a Londra per trovare suo figlio e, mentre andavano verso London Bridge, hanno trovato riparo prima in un pub e, poi, in un ristorante italiano

Attentato a Londra, il racconto dell'italiano:  "Io e mio figlio nascosti in cantina per fuggire dagli spari"

Sandro Baronchelli era andato a Londra per trovare suo figlio di 23 anni che studia e lavora nella capitale inglese. Dopo aver visto la partita della Juve al pub dovevano farsi un giro per la città proprio verso London Bridge ma “ad un certo punto, però, abbiamo scorto un giovane in mezzo alla strada barcollare visibilmente. A me sembrava un ubriaco, ma è stato mio figlio a dirmi: ‘È coperto di sangue, è stato accoltellato’ l buttafuori di un pub, mentre cercava di soccorrerlo ci ha detto di entrare nel locale”.

A quel punto Baroncelli, ingengnere di 55 anni, e suo figlio cominciano a vedere polizia e ambulanze andare in direzione di London Bridge e si mettono paura.“In quel pub siamo rimasti una decina di minuti — continua Baronchelli intervistato dal Corriere della Sera— poi siamo usciti tentando di lasciare la zona. Ma non abbiamo fatto più di cento metri che abbiamo visto un altro accoltellato riverso a terra e abbiamo sentito anche degli spari, senza capire, però, chi fosse a sparare”. I due, poi, si rifugiano in un ristorante italiano dove entrano insieme ad altre persone“ma ad un tratto arriva un poliziotto che invita i gestori a chiudere il locale e a portare i clienti in cantina per motivi di sicurezza”. Dopo un’ora arriva di nuovo la polizia che li fa uscire da una porta sul retro ma “fatti pochi metri, sentiamo ancora degli spari. È il panico,- dive Baronchelli - torniamo di corsa verso la cantina del ristorante e ci restiamo un’altra oretta abbondante”. A notte fonda torn la polizia che chiede nuovamente a tutti di lasciare il locale e li scorta accompagna, mani sulla testa, fuori dalla zona rossa.

“Ora qui sembra tutto tranquillo — racconta Baronchelli, guardando fuori dalla finestra dell’hotel, fronte metropolitana —, io dovrei tornare martedì, ma girare per la città non sarà più come prima”.

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