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"Attenti ai rischi di code", ma muore anche lui sull'Everest

Ha perso la vita in discesa. È la decima vittima in poco più di una settimana. La causa sembra essere l'enorme affollamento della montagna

"Attenti ai rischi di code", ma muore anche lui sull'Everest

Sapeva che le lunghe code che negli ultimi giorni si erano formate sull'Everest potevano essere fatali. Per questo, aveva deciso di cambiare il suo programma, spostando la data in cui avrebbe attaccato la vetta: "Sono sicuro che andare il 25 significherà trovare meno persone, a meno che non facciano tutti lo stesso calcolo", aveva scritto sui social Robin Haynes Fisher, come riporta il Daily Mail.

Invece, si è verificato proprio quello che Fisher temeva e il sovraffollamento sul tetto del mondo gli è stato fatale. È la decima vittima in poco più di una settimana, che perde la vita nella "zona della morte", un'area in vetta dove le code di scalatori sono così lunghe che l'ossigeno contenuto nelle bombole non è sufficiente per affrontare salita e discesa. Le attese in coda fanno sprecare il rifornimento di ossigeno agli alpinisti, che lo finiscono troppo presto.

Fisher è solo l'ultima vittima: venerdì, un irlandese di 56 anni è deceduto sul versante tibetano. La settimana scorsa, avevano perso la vita altri 4 alpinisti indiani, uno statunitense, uno nepalese e uno austriaco. Un altro scalatore irlandese risulta disperso, ma si pensa sia morto, scivolando vicino alla cima.

Quella di Fisher è stata "la sua ultima sfida": l'uomo è morto in discesa, dopo aver raggiunto la cima della montagna, con una salita lunga ed estenuante. Le guide hanno cercato di salvarlo, dandogli acqua e ossigeno, ma per lui non c'è stato nulla da fare. La compagna, Kristyn Carriere, lo ricorda su Facebook: "Il mio cuore è spezzato. Lui ha raggiunto il suo obiettivo: era la sua ultima sfida".

Il fenomeno del sovraffollamento sull'Everest rappresenta un elevato rischio: secondo i dati governativi e degli organizzatori delle spedizioni, nell'ultima settimana, circa 600 persone hanno tentato la scalata alla vetta dal lato nepalese, come ricorda il Corriere della Sera.

Inoltre, altre 140 hanno raggiunto il tetto del mondo dal versante tibetano.

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