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Austria, il governo vira a destra

Il partito ultranazionalista FPÖ avrà i ministeri di Interno, Esteri e Difesa. Si riaprono le questioni migranti e altoatesine

Austria, il governo vira a destra

Il partito ultranazionalista austriaco FpÖ avrà 14 incarichi nel nuovo governo, dopo l'accordo raggiunto con il partito popolare Övp: tra essi ci saranno i ministeri di Interno, Esteri e Difesa. È stato confermato a Vienna, dove i leader dei due partiti, Heinz-Christian Strache e Sebastian Kurz, rispettivamente futuri vice cancelliere e cancelliere, hanno presentato l'intesa e il programma del futuro esecutivo. Il nuovo ministro dell'Interno sarà Herbert Kickl, attualmente segretario generale del FpÖ, principale stratega e capo della campagna elettorale del movimento di estrema destra. In questo ruolo è stato autore di numerosi slogan xenofobi e islamofobi nel passato. Il 49enne in precedenza si è espresso anche a favore di limitazioni al diritto di manifestare, con la motivazione che le restrizioni siano utili a limitare le situazioni violente, soprattutto a proposito di proteste di gruppi di sinistra e minori stranieri.

Kickl aveva inizato la sua carriera a fianco di Jörg Haider, leader del partito FpÖ morto nel 2008, che portò lo schieramento alla sua prima coalizione con il partito Övp nel 2000. Quando Haider aveva abbandonato il partito e creato una nuova formazione politica, Kickl si era unito a Strache come nuovo capo del partito FpÖ e da allora è stato tra i suoi più stretti collaboratori. Alla Difesa sarà la 52enne Karin Kneissl. Sebbene non militi nel partito di Strache, negli ultimi tempi si è avvicinata allo schieramento, con cui condivide molte posizioni sul rifiuto dei rifugiati. Esperta di Medioriente (parla arabo ed ebraico), ha trascorso parte dell'infanzia in Giordania dove il padre lavorava come pilota. Durante la crisi dei rifugiati del 2015, insistette sul fatto che l'80% di quanti arrivavano in Europa fossero in realtà quelli che vengono considerati "migranti economici" e giovani che non trovavano moglie non avendo impiego e casa, e che pertanto non godevano "dello status di uomo in una società tradizionale".

Ha anche criticato il sionismo, movimento politico che difende la creazione di uno Stato per il popolo ebraico. Si è poi espressa a favore di un'eventuale indipendenza della Catalogna dalla Spagna. Nonostante sia considerata europeista, la nuova ministra non avrà controllo sull'agenda europea, che resterà nelle mani del nuovo cancelliere Kurz e del suo partito, con un ministro della Cancelleria di sua totale fiducia, Gernot Blümel. La formazione di Strache controllerà anche Questioni sociali e Salute, Difesa, Infrastrutture (quest'ultimo affidato all'ex candidato presidenziale, Norbert Hofer). Il lader Strache non sarà solo vice cancelliere, ma anche ministro di Funzionari e Sport. Il partito Övp controllerà invece la cancelleria e sette ministeri. A 31 anni d'età, Kurz sarà il capo di governo più giovane d'Europa. Nella distribuzione dei ministeri non è rientrato nessun ministro dell'esecutivo uscente, in cui Kurz era titolare degli Esteri. Kurz ha così confermato la strategia di rinnovamento, annunciata quando aveva cambiato il nome del movimento, lo statuto e il colore simbolo (blu invece di nero). I popolari occuperanno inoltre i dicasteri di Questioni europee e Cultura; Donne, famiglia e Gioventù; Giustizia e riforme; Educazione e università; Agricoltura e ambiente. Cinque ministri su 13 sono donne, mentre l'età media del governo è 47 anni.

"Non possiamo perdere tempo a discutere la redistribuzione dei rifugiati, quando sappiamo che essa non funziona", ha dichiarato Sebastian Kurz, leader del partito popolare (Övp) e futuro cancelliere dell'Austria, ribadendo la sua contrarietà al sistema di redistribuzione dei rifugiati elaborato dall'Unione europea. La posizione è stata tra gli assi portanti della campagna elettorale che lo ha portato alla vittoria delle elezioni del 15 ottobre scorso. Stessa linea hanno espresso Slovacchia, Ungheria, Repubblica Ceca e Polonia, tanto che agli ultimi tre Paesi essa è valsa una procedura d'infrazione per non aver rispettato gli impegni. Kurz, che terrà sotto il proprio controllo le politiche europee, separate dal ministero degli Esteri controllato dal FpÖ, ha indicato che il nuovo governo ha "un orientamento filo europeo" e che i due partiti vogliono "contribuire in modo attivo nell'Ue".

Si riapre la questione degli altoatesini

Nel giorno della nascita del nuovo Governo della Repubblica d'Austria, in Alto Adige torna puntuale in auge un'antica questione, quella di concedere ai cittadini sudtirolesi anche la cittadinanza austriaca. Dopo una serie di "no" sia da parte di Vienna che da Roma, il tema è tornato d'attualità quando alcune settimane fa 19 consiglieri provinciali altoatesini (tra essi anche quelli della Sueditiroler Volkspartei) hanno chiesto - inviando una lettera al Governo austriaco, che da oggi sarà nelle mani di Sebastian Kurz - di vagliare la possibilità di concedere alla popolazione dell'Alto Adige oltre al passaporto italiano anche quello austriaco. Cittadini altoatesini aventi diritto sono quelli che durante i censimenti si sono dichiarati appartenenti al gruppo linguistico tedesco.

Stando ai dati dell'ultimo censimento, quello del 2011, il 69,64 % si era dichiarato di appartenere al gruppo tedesco, il 25,84 % a quello italiano e il 4,52 a quello ladino (in particolare nelle valli Gardena e Badia). I dettagli non sono ancora stati sviluppati ma molto probabilmente al cittadino appartenente al gruppo italiano non verrebbe concessa la doppia cittadinanza. Ad insorgere dopo il documento inviato al Parlamento di Vienna si sono aggiunti anche i "vicini" trentini. Con una petizione online gli Schuetzen di Trento hanno chiesto al presidente trentino Ugo Rossi, ironicamente chiamandolo Landeshauptmann, di avviare analoga procedura. Stando a Guenther Pallaver, politologo altoatesino, il doppio passaporto troverebbe difficoltà di applicazione e sarebbe complicata la definizione di chi ne avrebbe diritto perchè anche gli italiani, i profughi e altri cittadini dell'Unione Europea, dichiarandosi di madrelingua tedesca, potrebbero rivendicare la cittadinanza tedesca". "Sulla scena internazionale la doppia nazionalità si è dimostrata un mezzo per proteggere le minoranze in tutto il mondo e per il Sudtirolo (Alto Adige), il recupero della cittadinanza austriaca non sarebbe solo una riparazione storica, ma soprattutto una difesa per il futuro", dice Sven Knoll, consigliere provinciale altoatesino del movimento popolare secessionista della Suedtiroler Freiheit. "Il recupero della cittadinanza austriaca per gli altoatesini non è diretto contro la popolazione italiana, ma è un progetto completamente europeo.

L'Italia concede anche la nazionalità italiana alle proprie minoranze all'estero soprattutto nelle relazioni storicamente tese tra Italia e Slovenia", ha concluso Knoll, delfino della pasionaria Eva Klotz.

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