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Malaria, il parassita che ha ucciso Sofia è lo stesso dei bambini infetti

Il parassita che ha causato la malaria a Sofia è lo stesso che aveva fatto ammalare i bambini tornati dal Burkina Faso. E la procura di Trento apre un'indagine per omicidio colposo

Malaria, il parassita che ha ucciso Sofia è lo stesso dei bambini infetti

In Italia era stata sconfitta negli anni Settanta. Ieri la notizia della morte della piccola Sofia Zago ha squarciato qualsiasi certezza. E adesso l'ospedale di Trento sta cercando di capire come sia avvenuto il contagio. La bimba di quattro anni, morta all'ospedale di Brescia, ha contratto lo stesso parassita della malaria che aveva fatto ammalare i due bambini di ritorno dal Burkina Faso che erano in cura nella stessa struttura, negli stessi giorni.

La procura di Trento ha aperto un'indagine contro ignoti per omicidio colposo a seguito del decesso di Sofia. L'apertura dell'inchiesta mira a ricostruire la vicenda sotto l'aspetto sanitario e, al tempo stesso, verificare il rispetto dei protocolli previsti. La piccola Sofia era stata inizialmente ricoverata prima all'ospedale di Portogruaro e poi al "Santa Chiara" di Trento per motivi legati al diabete. "Il parassita che ha causato la malaria - ha spiegato all'Adnkronos Salute Paolo Bordon, direttore generale dell'Azienda per i servizi sanitari della Provincia di Trento - è dello stesso tipo che aveva fatto ammalare le due bambine rientrate dal Burkina Faso che erano ricoverate da noi in pediatria negli stessi giorni. Si tratta di Plasmodium falciparum - ha continuato - lo sappiamo già da qualche giorno".

I due bambini si trovavano nel reparto pediatria negli stessi giorni di quando era stata ricoverata una prima volta la piccola Sofia. Due sono stati i ricoveri di Sofia all'ospedale di Trento, il primo per una faringite, come è stato diagnosticato, il secondo, quello più recente, quando le venne diagnosticata la malaria. L'ospedale ha fatto sapere che il risultato della disinfestazione ha dato esito negativo: "Nelle quattro trappole collocate all'interno del reparto non è stata riscontrata presenza di zanzare portatrici di malari". Per "capire se era già arrivata con la malaria, pur non presentandone i segni, oppure no", sono stati inviato all'Istituto superiore di sanità i vetrini coi campioni prelevati a Sofia il 17 agosto, il giorno dopo il suo primo ingresso in ospedale. Le verifiche potrebbero contribuire a fare chiarezza: stabilire cioè se il contagio è precedente al primo ricovero di Sofia. "La prima volta che la bimba è arrivata nella struttura di Trento non manifestava segni di malaria - spiega il direttore generale Paolo Bordon - ma l'incubazione va da 6 a 20 giorni".

Insomma, molte ipotesi restano aperte.

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