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La bomba a orologeria africana: tra 30 anni popolazione raddoppiata

La classifica dei paesi con la maggiore natalità vede quindici paesi in testa. La conseguenza? Tra 30 anni l'Africa avrà il doppio della popolazione, con 2,5 miliardi di persone. Tra siccità e problemi economici, l'unica sopravvivenza per molti sarà l'emigrazione

La bomba a orologeria africana: tra 30 anni popolazione raddoppiata

C'è una polveriera pronta a esplodere che incombe sull'Europa. Si chiama Africa, la cui popolazione raddoppierà in trent'anni, raggiungendo quota 2,5 miliardi di abitanti. All'ultimo G20 di Amburgo i "grandi" della Terra hanno parlato dei problemi demografici le Continente nero. Qualcuno ha accusato il presidente francese Macron di razzismo perché ha osato ricordare che in alcuni Paesi africani "si continuano ad averte sette-otto figli per donna". Il problema, in effetti, è che se accanto all'esplosione demografica non corrisponde una crescita economica e sociale, chi ne fa e ne farà sempre di più le conseguenze è il Vecchio Continente.

Nessuno pretende di attuare politiche restrittive "cinesi", con l'obbligo del figlio unico o simili regole aberranti. Però non si può fare finta di nulla rispetto ad una crescita esponenziale che, se non affrontata, potrebbe causare enormi problemi.

Come scrive il Corriere della sera nella classifica mondiale dei paesi che fanno più figli i prtimi quindici sono tutti africani: si va dai 7,6 figli per coppia del Niger, ai 6,5 della Somalia, fino ai 5,7 della Nigeria (decima in graduatoria). Secondo le stime delle Nazioni Unite alla fine di questo secolo la metà della popolazione mondale sotto i 14 anni sarà africana. Questi dati, uniti ai problemi legati alla siccità, porteranno masse sempre più importanti di persone a spostarsi alla ricerca di cibo e migliori condizioni di vita. Accanto ai problemi demografici ci sono anche i problemi economici. Il pil africano, infatti, cresce troppo poco. La crescita del 2016 è intorno all'1,4% (la metà del tasso di crescita della popolazione).

Si spera in almeno un 2,6% nel 2017, ma sarebbe comunque troppo poco, visto e considerato che cinque anni fa eravamo al doppio.

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