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Così Johnson vuole tutelare i cristiani perseguitati

Non solo Brexit: il primo ministro inglese ha pronunciato parole importanti a favore dei cristiani perseguitati nel mondo: "Da primo ministro è qualcosa che voglio cambiare"

Così Johnson vuole tutelare i cristiani perseguitati

Il Regno Unito cambia volto con Boris Johnson. Gli elettori che hanno dato a BoJo la più grande maggioranza conservatrice dopo Margaret Thatcher vogliono posti di lavoro sicuri e maggiore protezione e BoJo sembra aver abbandonato le vecchie politiche dei tories: come nota il New York Times, nel suo primo discorso ha promesso di governare come un grande conservatore, abbandonando l’austerità dei suoi predecessori e promettendo altresì maggiori investimenti e spesa pubblica, stanziando miliardi di sterline per sostenere le scuole della Gran Bretagna e il Servizio sanitario nazionale, e assumendo 20.000 agenti di polizia. Segnale che qualcosa nel campo conservatore è cambiato, come dimostra anche l’avversione di BoJo per i milionari “globalisti” di Davos.

Segnali di forte discontinuità sembrano esserci anche nella politica estera del Regno Unito, come spiega Italia Oggi. Nel suo messaggio di Natale, dopo aver ringraziato il personale del Servizio sanitario nazionale, la Polizia e le Forze armate, il premier ha menzionato i cristiani perseguitati nel mondo. "Oggi vorrei ricordare quei cristiani che in tutto il mondo vengono perseguitati. Molti di loro il giorno di Natale lo passeranno probabilmente in una cella di una prigione. Da primo ministro, è qualcosa che vorrei cambiare" ha detto nel messaggio pubblicato su Twitter. "Mostriamoci solidali con i cristiani ovunque, difenderemo il tuo diritto di praticare la tua fede" ha poi aggiunto.

Un approccio nuovo, se si pensa soltanto a come Theresa May abbia gestito (male) la vicenda Asia Bibi, cristiana vittima degli integralisti islamici del suo paese - il Pakistan - che l’hanno tenuta nel braccio della morte per dieci anni. L'ex Segretario di stato Sajid Javid - poi Cancelliere dello Scacchiere nel governo di Boris Johnson - si era mosso per aiutare la donna pakistana e farle avere l’asilo nel Regno Unito. Theresa May si mise di mezzo, perché convinta che concedere l'asilo ad Asia Bibi avrebbe alimentato le tensioni e possibili disordini tra i musulmani britannici. Inoltre, concedere l'asilo alla donna, secondo May, avrebbe messo in pericolo la “sicurezza” dei diplomatici britannici a Islamabad. Fortunatamente, lo scorso maggio, il suo legale Saif Ul Malook spiegò alla Cnn che la donna cristiana aveva lasciato il Pakistan ed era arrivata in Canada, dove vivono già da tempo i suoi cinque figli, dopo essere stata assolta dall'accusa di blasfemia dalla Corte suprema del Pakistan.

In quel caso, tuttavia, Theresa May capitolò dinanzi alla paura di ritorsioni da parte degli islamisti. Difficile pensare, dunque, che Boris Johnson in un caso analogo - e stando alle sue dichiarazioni - si comporterebbe come la sua predecessora a Downing Street. BoJo sa quanto è grave il problema dei cristiani perseguitati nel mondo: come riportato dal nostro giornale, un recente rapporto, citato da Forbes e prodotto proprio dal Foreign and Commonwealth Office britannico, parla di "un fenomeno globale di comportamento discriminatorio e di attacchi fisici, alcuni purtroppo mortali, ai danni di bambini, donne e uomini cristiani, spesso nelle comunità più povere del mondo". Nel giugno 2018, il Pew Research Center ha rilevato che nel corso del 2016 i cristiani hanno subito attacchi in 144 Paesi.

In base a questo calcolo, i cristiani emergono come quelli più presi di mira. Allo stesso modo, l'Open Doors World Watch List 2019 parla di un aumento della persecuzione dei cristiani in 73 paesi (che colpisce 245 milioni di cristiani). Secondo quest'ultimo rapporto, inoltre, il fenomeno sta peggiorando. "Cinque anni fa un solo Paese - la Corea del Nord - era classificato nella categoria "estrema" per il suo livello di persecuzione contro i cristiani" osserva. "Quest'anno, 11 paesi hanno ottenuto un punteggio sufficiente per rientrare in tale categoria".

Il lavoro che Boris Johnson ha davanti a sé per proteggere e tutelare i cristiani nel mondo rappresenta dunque una sfida epocale e di portata globale.

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