Brexit

Brexit, la May firma la lettera E la Scozia vuole il referendum

Alla vigilia dell'avvio dell'uscita della Gran Bretagna dall'Ue, Edimburgo approva la proposta del primo ministro Sturgeon

Brexit, la May firma la lettera E la Scozia vuole il referendum

Il premier conservatore britannico Therersa May ha già firmato la lettera con cui domani formalmente innescherà il processo di uscita del Regno Unito dall’Ue, la Brexit (come deciso dal referendum del 23 giugno scorso), previsto dall’art. 50 del Trattato di Lisbona. Lo riferiscono fonti di Downing Street. La lettera sarà inviata formalmente domani a Bruxelles. Spetterà domani alle 13,30 ora di Bruxelles (le 12,30 a Londra) a Sir Tim Barrow, recentemente nominato ambasciatore di Sua Maesta all’Ue al posto del collega Sir Ivan Rogers, che si era dimesso in polemica con il governo, a consegnare la lettera del premier May al presidente del Consiglio Ue, il polacco Donald Tusk. Lettera che porrà fine a 44 anni di rapporti turbolenti tra Londra ed il Continente.

Ma per Londra, dopo la Brexit si apre un nuovo fronte interno. Il Parlamento scozzese ha votato a favore della convocazione di un nuovo referendum sull'indipendenza dal Regno Unito. Il 18 settembre 2014, nel primo referendum, il 55% degli scozzesi si era espresso a favore della permanenza, quando non era ancora in dubbio l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue. È un voto di sfida al premier britannico Teheresa May, la quale aveva detto ieri alla collega scozzese Nicole Sturgeon che non ci sarebbe stato un altro referendum. Il Parlamento scozzese si è espresso con 69 voti a favore della richiesta formale al governo britannico e 59 contrari. Il referendum si terrà nell'autunno 2018 o nella primavera del 2019.

"Il popolo della Scozia deve poter scegliere fra la Brexit, probabilmente una hard Brexit, e diventare un paese indipendente". Così la primo ministro del governo locale scozzese, Nicola Sturgeon, intervenendo al parlamento di Edimburgo in favore di un secondo referendum sull'indipendenza della Scozia. I deputati hanno approvato la sua proposta. Adesso la Sturgeon chiederà formalmente a Londra di indire la consultazione prima dell'uscita della Gran Bretagna dall'Ue. Quando il governo di Theresa May domani attiverà l'articolo 50 per l'uscita dall'Ue, "il cambiamento per il nostro paese diventerà inevitabile", ha detto la Sturgeon, leader del partito nazionalista scozzese Snp. "Vi sarà un impatto sul commercio, gli investimenti, sul nostro livello di vita e sulla natura della nostra società", un cambiamento "che non ci deve essere imposto". Nel 2014, il 55% degli scozzesi ha votato "no" al referendum sull'indipendenza. Ma la Brexit cambia tutto, perché oltre il 60% degli scozzesi ha votato l'anno scorso contro l'uscita dall'Ue. Così Edimburgo torna a votare sull'indipendenza. L'Snp guida un governo di minoranza con 63 dei 129 seggi del parlamento scozzese, ma il referendum è appoggiato anche dai sei deputati dello Scottish Green Party che dovrebbero assicurare il passaggio della mozione.

"Non apriremo i negoziati sulla proposta della Scozia". Così la premier britannica Theresa May, tramite un suo portavoce, commenta l'approvazione da parte del Parlamento di Edimburgo della richiesta di nuovo referendum sull'indipendenza della Scozia dal Regno Unito. "Ora non è il momento giusto" per un altro voto, ha ribadito May, riferendosi all'inizio dei negoziati sulla Brexit. "A questo punto, tutta la nostra attenzione dovrebbe essere sui nostri negoziati con l'Unione europea, assicurandoci di ottenre l'accordo giusto per tutto il Regno Unito", ha aggiunto.

"Sarebbe ingiusto per i cittadini scozzesi chiedere loro di assumere una decisione cruciale senza le necessarie informazioni circa il nostro rapporto futuro con l'Europa o su cosa sarà una Scozia indipendente".

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