Guerra in Ucraina

L'allarme dell'ex direttore della Cia: "Vi spiego il modus operandi dei russi"

Intervistato a Quarta Repubblica, David Patraeus ha analizzato gli scenari presenti e futuri del conflitto ucraino dopo la riorganizzazione delle forze russe

L'allarme dell'ex direttore della Cia: "Vi spiego il modus operandi dei russi"

Per Quarta Repubblica, Maria Luisa Rossi Hawkins ha intervistato David Petraeus, ex direttore della Cia ed ex comandante delle forze americane in Afghanistan e prima ancora in Iraq, in merito alla nuova fase che si sta aprendo nel conflitto in Ucraina. Vladimir Putin ha cambiato radicalmente strategia e al comando delle sue truppe impegnate sul fonte ora c'è un uomo solo, Aleksandr Dvornikov, chiamato anche il macellaio della Siria per la sua campagna del 2016 quando bombardò e di fatto massacrò la popolazione di allora.

"Ci aspetta un momento molto difficile per l’Ucraina. Per la prima volta c’è un solo generale al comando dell’invasione russa. Prima ce ne erano troppi, che litigavano con Mosca per le risorse e le priorità, ma questo è un personaggio dai trascorsi molto preoccupanti", ha dichiarato il generale David Petraeus, aprendo nuovi scenari preoccupanti. Le immagini dei massacri dei civili che arrivano dall'Ucraina hanno scosso l'opinione pubblica e messo davanti agli occhi del mondo le atrocità della guerra.

La giornalista ha chiesto al generale se quanto avvenuta a Bucha, ma anche a Borodjanka, possa essere paragonato al massacro di Srebrenica, quando la Nato decise di intervenire nella ex Jugoslavia. Le parole di David Petraeus sono state molto chiare: "Non penso che ci troveremo di fronte a un unico momento galvanizzante come è stato Srebrenica nel 1995, che di fatto ha forzato gli Stati Uniti ad intervenire con bombardamenti che sono serviti a portare la Serbia al tavolo dei negoziati. Ci saranno tante altre Bucha perché quello non è stato un errore, è il modus operandi dei russi. Le atrocità si accumuleranno fino al punto in cui ci sarà un effetto Srebrenica che risveglierà la coscienza collettiva".

Al momento la Nato ha deciso di non intervenire direttamente in Ucraina, come dimostra il netto rifiuto di istituire la no-fly zone. Tuttavia, il generale non esclude che possa esserci una linea russa che potrebbe innescare un intervento della Nato, "ma starei attento a definirla. Vladimir Putin ha già autorizzato in passato l’uso di armi chimiche e sappiamo che ha armi nucleari tattiche, ma davanti al loro uso non credo che il mondo potrà voltare le spalle. Non posso pensare che ci saranno Paesi che a quel punto si asterranno da un voto di condanna alle Nazioni Unite o da un’azione contro la Russia". Uno scenario attualmente non ipotizzabile, visto che l'ultima risoluzione Onu incentrata sulla sospensione di Mosca dal Consiglio dei diritti umani è passata con 93 voti favorevoli ma ci sono stati anche 24 voti contrari (tra i quali la Cina) e ben 58 astenuti.

Maria Luisa Rossi Hawkins, quindi, ha proposto al generale Petraeus il tema dei sostenitori filorussi, che giustificano l'azione militare di Vladimir Putin in Ucraina con l'espansione a est della Nato. Una ricostruzione che il generale rifiuta rifacendosi ai trascorsi storici: "Bisogna ricordare che in passato alla Nato abbiamo cercato ostinatamente di coinvolgere i russi in una serie di incontri per sedare le loro preoccupazioni. Ma alla fine hanno preferito seguire la visione della storia ispirata e definita da Vladimir Putin, un uomo che identifica nella dissoluzione dell’Unione Sovietica la tragedia più grande del ventunesimo secolo".

Infine, alla domanda sulla possibilità che gli Stati Uniti e la sua intelligence stiano lavorando a uno scenario che prevede la Russia senza la guida di Vladimir Putin, il generale David Petraeus ha preferito tagliare corto: "Con tutto il rispetto, se ci stessimo pensando, non condividerei i nostri piani né con lei né con i suoi ascoltatori.

Ma alla fine tutti i leader abbandonano la scena".

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