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Calais, dopo lo sgombero della "giungla" il Belgio blinda i confini

Bruxelles invia 120 poliziotti al confine con la Francia per evitare che i migranti che sfuggono al controllo delle autorità francesi si riversino nei porti delle Fiandre, come Zeebruges, in attesa di raggiungere la Gran Bretagna

Calais, dopo lo sgombero della "giungla" il Belgio blinda i confini

È allarme in Belgio per le possibili ripercussioni nel Paese delle operazioni di sgombero della "giungla" di Calais, avviate stamattina dalle forze di sicurezza francesi. Le autorità di Bruxelles temono, infatti, che le migliaia di migranti che stanno lasciando in queste ore la "giungla" possano riversarsi nei porti delle Fiandre, che, come Calais, collegano il continente europeo con la Gran Bretagna.

Secondo il piano messo a punto dalle autorità di Parigi, gli oltre 10mila migranti stanziati nei pressi del porto di Calais, in quello che nel giro di un anno si è trasformato nel più grande campo profughi d'Europa, dovranno essere redistribuiti in diversi centri di accoglienza, predisposti dal governo francese in undici regioni. Secondo quanto riferiscono i media locali, infatti, a 300 metri dalla "giungla", in un hangar di tremila metri quadri che ospita il quartier generale dell’operazione, l’Ufficio francese dell’immigrazione e integrazione sta svolgendo le operazioni di smistamento dei migranti. Gli ex ospiti del maxi campo profughi vengono divisi dalle autorità francesi in gruppi che comprendono famiglie, maggiorenni soli, minori non accompagnati e persone in stato di vulnerabilità. Successivamente viene proposto loro di scegliere fra le differenti regioni di destinazione. Una volta effettuata la scelta, i profughi vengono condotti con i pullman, a gruppi di almeno cinquanta persone, nei diversi centri di accoglienza disseminati sul territorio francese.

Tuttavia le autorità del Belgio temono che centinaia di migranti possano sfuggire al piano messo in campo da Parigi e riversarsi in territorio belga, per cercare di raggiungere da qui le coste della Gran Bretagna. Durante tutto il mese di agosto, infatti, come riporta il quotidiano francese Le Monde, la polizia belga ha intercettato più di mille migranti, provenienti dalla “giungla” di Calais, che hanno attraversato la frontiera franco-belga diretti a Zeebruges, una città portuale della regione delle Fiandre, da dove prendono il largo i traghetti diretti in Inghilterra. La scorsa settimana, inoltre, riferisce lo stesso quotidiano francese, a Schaerbeek, nella regione di Bruxelles, sessanta migranti provenienti da Calais sono stati intercettati alla stazione ferroviaria.

La possibilità che le città e i porti delle Fiandre occidentali si trasformino, con la chiusura di Calais, in una meta alternativa per i migranti che vogliono attraversare il Canale della Manica e raggiungere le coste della Gran Bretagna, sembra concreta e preoccupa il governo di Bruxelles che, per questo motivo ha disposto, già dalla giornata di lunedì, lo schieramento di 120 agenti di polizia supplementari nella provincia delle Fiandre Occidentali, al confine con la Francia. Gli agenti avranno il compito di intercettare e registrare tutti i migranti che attraverseranno la frontiera per entrare in territorio belga. Il rafforzamento dei controlli è stato disposto contemporaneamente allo svolgimento delle operazioni di sgombero della “giungla”, proprio per evitare che sorgano nuovi campi spontanei sul territorio belga a ridosso del confine francese. A partire da lunedì saranno rafforzati i controlli in località come De Panne, che si trova a meno di 60km da Calais. Non si tratterà, comunque, di controlli sistematici, per i quali sarebbe necessaria una notifica alla Commissione Europea.

Il piano del ministro dell’Interno federale Jan Jambon, volto a scongiurare la formazione di nuovi accampamenti di migranti nei pressi dei porti delle Fiandre, ha già incontrato però un primo ostacolo.

Quello dello sciopero annunciato dagli agenti di polizia, che stanno già protestando per i turni massacranti ai quali dovranno sottoporsi per svolgere le nuove mansioni di controllo, vista la carenza, definita “cronica”, di effettivi nelle file delle forze dell’ordine.

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