Referendum indipendenza in Catalogna

Catalogna, 5 milioni al voto. E Madrid minaccia ancora

Carles Puigdemont: "Mi piacerebbe che gli agenti agissero non sulla base di ordini politici, ma in base a standard di policy e professionali"

Catalogna, 5 milioni al voto. E Madrid minaccia ancora

Mancano due giorni al referendum sull'indipendenza della Catalogna e la tensione non sembra affatto essersi abbassata. Anzi, Madrid continua a minacciare. L'ultima provocazione del governo spagnolo si scaglia questa volta contro gli scrutatori che saranno ai seggi domenica: il Garante per la Privacy ha avvertito che rischiano multe fino a 300mila euro. L'avvertimento fa leva sul fatto che i cittadini designati come scrutatori tratteranno e cederanno dati del censimento elettorale catalano.

Ma ora lo sgambetto al referendum coinvolge anche Google: la Corte spagnola ha infatti ordinato di bloccare la app "onvotar1oc" che indicava ai cittadini i luoghi dove andare a votare. L'iniziativa era stata presentata attraverso un tweet dal governatore catalano Carles Puigdemont.

Inoltre, il portavoce dell'esecutivo, Mendez de Vigo, ha detto che "il processo secessionista è illegittimo dall'inizio" e che i responsabili ne risponderanno davanti ai tribunali".
Gli attriti si sono sposati anche sulla gestione della polizia spagnola, che è stata inviata nella regione dal governo di Madrid per bloccare il referendum di domenica. Puigdemont ha chiesto, durante un'intervista rilasciata a Reuters, che la giornata del voto sia gestita "in modo professionale e non sulla base di ordini politici".

Il contrasto crescente andrà dunque ad intaccare anche la gestione operativa del primo ottobre. E, se consideriamo i numeri, i disordini sono assicurati.
Sono infatti 5,3 milioni i catalani che potranno andare a votare domenica. I seggi, sparsi su tutto il territorio catalano, saranno più di 2300 e vi lavoreranno circa 7mila persone. In tutto il processo elettorale hanno contribuito, invece, un totale di 50mila volontari.

Riguardo ai possbili interventi "di forza" per bloccare il voto, il vicepresidente della Generalitat, Oriol Junqueras, non si lascia scoraggiare e parla di "diverse alternative" nel caso in cui venissero portate via le urne per bloccare la consultazione: "Ci sono molti modi di votare", ha aggiunto durante una conferenza stampa.

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