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Dopo Charlie e Alfie l'appello dei genitori di Tafida: "Non fatela morire"

È scontro tra i medici del Royal London Hospital e i genitori di Tafida Raqeeb, una bimba di cinque anni in coma dallo scorso febbraio a cui vorrebbero staccare la spina. L'appello della mamma e del papà per curarla al Gaslini di Genova

Dopo Charlie e Alfie l'appello dei genitori di Tafida: "Non fatela morire"

Dopo Charlie Gard e Alfie Evans, ora a lottare tra la vita e la morte al Royal London Hospital è Tafida Raqeeb, una bambina di cinque anni affetta da una rara patologia che genera connessioni anomale tra le arterie e le vene.

L’incubo è iniziato lo scorso 9 febbraio. Tafida, una bimba paffutella di origine bengalese con i capelli castani e gli occhi nocciola si sveglia con un forte mal di testa nella sua casa di Newham, nella zona est di Londra. Chiede aiuto alla madre, poi improvvisamente smette di respirare. I genitori, Shelima Begum e Mohammed Raqeeb, corrono al pronto soccorso del Newham University Hospital. Ha un’emorragia celebrale. I medici la trasferiscono d’urgenza al Kings College Hospital, dove la operano. La piccola entra in coma e, come ricostruisce Avvenire, viene ricoverata al Royal London Hospital, dove a tenerla in vita ora c’è un respiratore.

Quello che i medici vorrebbero staccare perché giudicano “inutile” qualsiasi “ulteriore intervento medico invasivo”. La mamma e il papà di Tafida però non si arrendono e hanno fatto appello all’Alta Corte britannica per trasferire la bambina nel nostro Paese. Su richiesta dei genitori, infatti, due medici italiani dell’ospedale pediatrico Gaslini di Genova, secondo quanto riferisce la Bbc, l’hanno visitata telematicamente venerdì scorso e dopo il consulto il nosocomio ligure si è reso disponibile a prendersi cura della piccola paziente.

“Il direttore generale del Gaslini, Paolo Petralia, ha ricevuto una lettera da parte dei genitori della bambina, i quali hanno chiesto la disponibilità ad accogliere la bimba nell'ospedale genovese, proponendo di trasportarla in sicurezza e a proprie spese presso il pediatrico”, chiarisce una nota dell’ospedale. Dopo l’appello dei Raqeed, il Gaslini, prosegue il comunicato, “ha composto un collegio tecnico di specialisti che hanno inviato il 5 luglio un documento ai colleghi di Londra, con i quali successivamente si è anche svolta una videoconferenza collegiale". Gli esperti italiani ed inglesi hanno concordato sulla “estrema gravità delle condizioni cliniche” della bambina.

La differenza, però, è che in Italia “non si opera una sospensione delle cure, se non in caso di morte cerebrale”. Tafida, invece, apre gli occhi e muove gli arti. Lo grida la sua mamma e lo hanno constatato anche i medici italiani. “Siamo sconvolti a vederla così e non ci arrenderemo finché ci sarà anche solo una possibilità per lei di sopravvivere”, ha detto la madre della piccola, che ricorda come prima del malore la bambina fosse “completamente sana”. I medici inglesi, però, si oppongono “ostinatamente” al trasferimento.

“È un caso molto triste, per il quale rimaniamo in contatto con la famiglia per offrire il nostro supporto”, ha ribadito un portavoce dell’ospedale, che consiglia alla famiglia di “interrompere i trattamenti che la mantengono in vita e avviare le cure palliative” per garantire “gli interessi della bambina”.

Intanto, a scendere in campo per Tafida sono anche il governatore della Regione Liguria, Giovanni Toti e l'assessore regionale alla Sanità, Sonia Viale che hanno fatto sapere di “sostenere pienamente la disponibilità manifestata dal Gaslini ad accogliere la richiesta dei genitori della piccola”, mentre su Twitter è già diventato virale l'hashtag #TafidainItaly.

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