Mondo

Cina, arrestata femminista del #Metoo: rischia cinque anni di carcere

Le autorità hanno arrestato Huang Xueqin, una delle più famose attiviste del #Metoo cinese. È stata accusata di "provocare problemi e litigi"

Cina, arrestata femminista del #Metoo: rischia cinque anni di carcere

Il suo era uno dei volti più noti del #Metoo cinese, cioè quel movimento femminista nato per denunciare le molestie sessuali e le violenze ricevute dalle donne, soprattutto sul posto di lavoro, diventato virale anche in Cina.

Huang Xueqin, giornalista nonché pilastro del corrispondente locale #WoYeShi, è stata arrestata dalle autorità cinesi con l'accusa di “provocare problemi e litigi”, una formula molto vaga e spesso utilizzata da Pechino per incarcerare dissidenti e attivisti vari. Secondo quanto riportato da Reuters, la 31enne è stata fermata a Guangzhou, città situata nella parte meridionale della Cina. Il reato per cui è stata accusata non è certo leggero, visto che con quell'imputazione si rischiano fino a cinque anni di carcere.

La causa dell'arresto, come detto, è molto vaga ma potrebbe anche essere collegata ai recenti articoli pubblicati dalla ragazza riguardanti la rivolta di Hong Kong. Huang aveva infatti da poco visitato l'ex colonia britannica per scrivere su alcuni media hongkonghesi di come le proteste anti governative stessero scuotendo la metropoli.

Un'attività fastidiosa

Huang era da tempo nel mirino delle autorità. Ad agosto le era stato confiscato il passaporto dopo essere rientrata da un periodo di studio all'estero durato sei mesi, ed era evidente che ormai fosse finita sotto la lente d'ingrandimento di Pechino.

Più che per la sua produzione giornalistica, la ragazza ha raggiunto una certa notorietà in patria dopo aver denunciato le molestie ricevute dalle donne sul posto di lavoro, alle quali – racconta la diretta interessata - sarebbe stata sottoposta anche lei stessa, ai tempi dei primi impieghi all'interno di vari media statali.

Partendo da qui, Huang ha iniziato a indagare per far luce sugli abusi sessuali presenti nel settore del giornalismo.

Era solita raccontare tutto ai suoi follower attraverso un blog su WeChat, ma molti suoi post sono stati censurati dal governo cinese.

Commenti