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Combattenti iracheni accusano gli Usa: ​"Collusi con lo Stato islamico"

Mustafa Saadi: "L’Isis è quasi finito. Sono deboli. Se solo gli americani la smettessero di sostenerli, li sconfiggeremmo a giorni"

Combattenti iracheni accusano gli Usa: ​"Collusi con lo Stato islamico"

Cresce il sospetto, in Iraq, che gli Stati Uniti siano collusi con i terroristi dello Stato islamico. Alcuni combattenti iracheni dicono infatti di aver visto video che mostrano elicotteri Usa che lanciano armi ai militanti e molti di loro sostengono di aver amici o parenti che confermano simili collusioni. La conclusione, assurda per gli americani, ma nella quale credono molti iracheni, è che gli Stati Uniti stiano sostenendo l’Isis per varie ragioni che vanno dal controllo di Washington sull’Iraq, sul Medioriente e infine sul petrolio.

"Non ci sono dubbi", sostiene Mustafa Saadi, comandante di una milizia sciita che ha combattuto a fianco dell’esercito iracheno per espellere l’Isis dalla raffineria petrolifera di Baiji nel nord Iraq, la più importante del Paese. L’Isis è "quasi finito - ha detto - Sono deboli. Se solo gli americani la smettessero di sostenerli, li sconfiggeremmo a giorni".

Per i militari americani le accuse non meritano nemmeno una risposta. "È ridicolo", ha detto il colonnello Steve Warren, portavoce dell’esercito Usa a Baghdad.

"Chiaramente nessuno in Occidente ci crede, ma sfortunatamente c’è una parte della popolazione irachena che lo ritiene vero", ha aggiunto.

La percezione che Usa e Isis siano collusi è ampiamente diffusa in Iraq e va oltre la sfiducia verso gli americani dall’invasione del 2003.

Ma "quale influenza possiamo avere se loro credono che noi sosteniamo i terroristi?", si chiede l’anlista Kirk Sowell.

Le accuse di collusione tra Usa e Isis emergono regolarmente nel Parlamento iracheno, da parte di politici sciiti, e postate sui social media. Secondo gli Usa sono talmente persistenti da far pensare a una campagna dell’Iran per limitare l’influenza americana in Iraq.

Di recente sulla pagina Facebook della più grande milizia sciita del Paese, l’Organizzazione Badr, è stato postato un video che mostrava piatti pronti da mangiare distribuiti dagli Usa e ritrovati nella base dell’Is a Baiji.

"Gli iraniani e le milizie sciite sostenute dagli iraniani stanno sostenendo questa propaganda, che gli Stati Uniti aiutano l’Isis", ha detto Warren. "Vogliono far passare la tesi che l’Iran è il nostro alleato e gli Stati Uniti il nostro nemico, e questo indebolisce Abadi, che è un alleato dell’America", aggiunge Sowell.

I funzionari del governo iracheno non sostengono la tesi di collusione tra Usa e Isis e lo stesso Abadi l’ha più volte respinta. Vero è che il premier si è indebolito negli ultimi mesi, con l’aumentare del potere delle milizie sciite sul campo di battaglia.

"Non crediamo che gli americani sostengano Daesh", ha detto il portavoce del ministero iracheno della Difesa, Naseer Nouri, usando l’acronimo arabo dell’Isis. "Ma è vero che le persone lo dicono e hanno il diritto di credere che gli americani potrebbero fare molo di più. È perché l’America agisce lentamente che la maggior parte della gente crede che sostenga Daesh", ha aggiunto.

I caccia americani spesso non rispondono alla richiesta di intervento aereo per le regole di ingaggio Usa che precludono raid se c’è il rischio di colpire civili, ha detto. Ma questo non capita spesso, dice Warren, ricordando che al 19 novembre gli Usa hanno condotto oltre 3.768 raid aerei in Iraq.

Alcuni combattenti lamentano però di non essere stati aiutati per nulla dai raid americani nella loro avanzata contro l’Isis.

"Facciamo meglio senza di loro", ha detto il luogotenente Murtada Fadl, delle forze irachene speciali in azione a Baiji. Gli unici raid aerei a Baij sono stati condotti dall’aeronautica militare irachena, ha aggiunto, augurandosi che il governo di Baghdad chieda ai russi di sostituire gli americani nei bombardamenti. "Gli americani non stanno facendo il lavoro che la gente si aspetta che facciano", ha detto Mustafa Alani, direttore del Gulf Research Center di Dubai.

"Mosul è stata persa e gli americani non hanno fatto nulla. La Siria è stata persa e gli americani non hanno fatto nulla. Parigi è stata attaccata e gli americani non stanno facendo molto. Non possono credere che la leadership americana non abbia compreso gli sviluppi nella regione e la loro spiegazione è quella della cospirazione", ha spiegato.

Per le strade di Baghdad la maggior parte degli iracheni non vede infatti altra spiegazione. "L’immagine degli Usa è danneggiata nella regione, per cui hanno creato Daesh per combatterlo e rivalutare la loro immagine", ha detto un giornalista di una televisione locale, Mohammed Abdul Khaleq.

Voce fuori dal coro quella di Hassan Abdul-Wahab, un negoziante di 23 anni: "È vero che la maggior parte della gente crede a questo, ma senza ragione.

Si basano su una forma di razzismo, perché agli iracheni non piacciono gli americani".

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