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Per combattere la crisi dobbiamo accogliere più migranti. Lo dice la banca Ubs

Secondo l'istituto di credito svizzero, infatti, l'Europa dovrebbe spalancare le porte ai migranti

Ubs è uno degli istituti di credito assolti dalla corte d'Appello
Ubs è uno degli istituti di credito assolti dalla corte d'Appello

Quale sarà il futuro dell'Europa? Come possiamo fare per fermare la crisi e garantire il benessere ai nostri figli? Queste sono le domande che si è posta la Ubs, una delle banche più grandi e potenti al mondo. E la risposta è sorprendente. Secondo l'istituto di credito svizzero, infatti, l'Europa dovrebbe spalancare le porte ai migranti.

Facendo delle previsioni sul futuro del mercato europeo gli analisti svizzeri hanno prodotto un studio nel quale analizzano la situazione attuale e indicano ai governi e alle istituzioni comunitarie come comportarsi per sconfiggere la crisi e aumentare la competitività del mercato unico. Le previsioni non sono incoraggianti. Lo studio in questione, infatti, sostiene che la crisi economica europea è solo nelle sue fasi iniziale e che per questo dobbiamo abituarci all'idea di non essere più uno dei principali mercati mondiali. E ciò avrà inevitabili conseguenze, soprattutto sulla natalità. Il calo demografico al quale già stiamo assistendo diventerà sempre più significativo, tanto che nel 2050 la popolazione europea sarà decisamente inferiore di quella attuale.

Come fare, dunque, per adattarsi ai cambiamenti che stiamo subendo? Per la Ubs è importante agire immediatamente in due direzioni: in primis è necessario riformare velocemente il mercato del lavoro, rendendo più flessibili e competitive professioni degli individui. In secondo luogo è necessario trovare della nuova forza lavoro giovanile.

Ma dove la si trova se gli europei non fanno più figli? Semplice: nell'importazione di giovani immigrati. Secondo la banca svizzera è indispensabile favorire l'aumento degli ingressi di migranti in età da lavoro in terra europea. E il modello da seguire sono le politiche migratorie degli Stati Uniti, che favoriscono la convergenza di giovani da tutto il mondo sui propri territori (il governo americano concede circa un milione di nuovi status di residenti permanenti all'anno). Per questo la Ubs invita in maniera diretta ed esplicita la Ue a raddoppiare il numero di stranieri in arrivo, puntando a fare entrare due milioni di nuove persone all'interno del mercato europeo nei prossimi 10 anni.

Tali politiche di importazione di persone, però, richiedono costi economici non indifferenti. Per sostenere l'inserimento dei nuovi arrivati, infatti, i governi europei dovrebbero aumentare inizialmente aumentare la spesa pubblica destinata ai migranti (il documento non specifica se tagliandola agli autoctoni o meno). I costi, però, verrebbero progressivamente abbattuti: più i nuovi europei saranno inseriti nel mondo del lavoro, diventando quindi più produttivi, maggiore sarà il profitto da loro ricavato e dunque minori saranno i costi.

Alta spesa pubblica all'inizio sulla quale investire per abbattere le spese man mano che i nuovi arrivati verranno resi produttivi. In quest'ottica l'apertura delle frontiere e l'accettazione indiscriminata dei migranti da parte della Germania della Merkel non è da considerarsi una scelta umanitaria, bensì una precisa strategia economica. I costi di cui la Germania si sta sobbarcando, infatti, darebbero un investimento per rendere il mercato più flessibile. E aumentarne la produttività.

@luca_steinmann1

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