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Comprano un bimbo in cambio di una Bmw, il giudice glielo affida

In Francia una coppia paga 8mila euro e una Bmw per comprare il figlio di una coppia rom. Ora il giudice decide per l'affido ai genitori "adottivi"

Comprano un bimbo in cambio di una Bmw, il giudice glielo affida

Una coppia di ventenni che non riesce ad avere figli, entra in contatto con un'organizzazione criminale, e compra - il termine è crudo, ma inevitabile - un bimbo rom per 8mila euro e un'automobile Bmw. Un giudice che decide di affidare il bambino, nel frattempo dato in cura ai servizi sociali, alla stessa famigia che lo aveva acquistato.

La storia viene dalla Francia nordorientale, precisamente dal dipartimento di Meurthe-et-Moselle, un tiro di schioppo dal confine con il Belgio. Nel 2013, una coppia di nazionalità romena - descritta dal loro avvocato come "prede ideali, che vivevano in un mondo a parte e non avevano idea di quali fossero le procedure da rispettare per adozione e affidamento” - partorisce a Marsiglia un bimbo che non può, o non vuole, tenere: per questo, attraverso l'intermediazione di un'organizzazione criminale, lo vende a due giovani di 26 e 27 che di figli, da soli, proprio non riescono ad averne.

Le indagini portano all'incriminazione dei trafficanti di esseri umani e all'affido del bimbo, sottratto ai genitori "adottivi", a un centro per l'infanzia di Nancy. In pochissimo tempo, però, il piccolo avrebbe iniziato a mostrare i segni di quello che l'avvocato della coppia francese, Caroline Depretz, descrive come un "visibile deperimento", "tanto che i medici pensavano che e le sue condizioni di salute potessero compromettere il suo sviluppo psicomotorio".

E così, il 5 settembre scorso, una sentenza del giudice ha deciso che il bebè venisse affidato, questa volta con la benedizione della magistratura, alla stessa coppia che lo aveva comprato poco meno di un anno prima: "Di solito – continua l'avvocato Depretz- i minori vengono allontanati dai genitori che minacciano la vita dei loro figli. In questo caso siamo di fronte a dinamiche opposte: il bambino ha manifestato la sofferenza dell’abbandono e il giudice ha messo in primo piano la salute del piccolo. Vista la dinamica, è una sentenza storica“.

"Il giudice ha preso la decisione coraggiosa perché la salute del bambino era compromessa – continua a spiegare – una sentenza unica che potrà fare scuola nella giurisprudenza del nostro Paese."

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