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Il Consiglio europeo riconferma Tusk, ma la Polonia si mette di traverso

Il Consiglio Europeo riconferma Donald Tusk, ma la Polonia si mette di traverso e blocca le conclusioni

Il Consiglio europeo riconferma Tusk, ma la Polonia si mette di traverso

C'è l'accordo dei 28 membri del Consiglio europeo sulla Difesa comune dell'Unione europea.

Secondo quanto si apprende, i capi di Stato e di governo hanno infatti approvato le decisioni prese lunedì scorso dai ministri degli Esteri e della Difesa. Il testo provvisorio delle conclusioni è stato però trasformato in una dichiarazione della presidenza per via dell'opposizione della Polonia.

Nel testo sono quindi citati sia il comando unificato da attuare a breve sia la decisione di andare avanti con la preparazione del progetto di cooperazioni strutturate permanenti, della revisione annuale coordinata sulla difesa e dello sviluppo delle capacità civili. Si parla inoltre della cooperazione con la Nato.

Anche la Polonia, secondo quanto riferisce una fonte diplomatica, ha appoggiato il testo, ma ha votato contro la riconferma del suo ex primo ministro Donald Tusk come presidente del Consiglio europeo per i prossimi due anni e mezzo. Riconferma approvata invece da tutti gli altri 27 leader, compresa la britannica Theresa May che sembrava volesse astenersi.

Tusk ha qundi ribadito l'intenzione di lavorare con tutti i Paesi Ue "senza alcuna eccezione", invitando il suo Paese a "non bruciarsi i ponti alle spalle". Ma la Polonia non ha incassato la sconfitta e ha deciso di bloccare le conclusioni del Consiglio sugli altri temi all'ordine del giorno, a partire dall'immigrazione. In particolare, la premier Szydlo si è detta contraria all'ipotesi di un'Europa a più velocità che invece vede favorevoli i leader di Italia, Germania, Francia e Spagna.

Quello di domani, ha detto il premier Paolo Gentiloni, "non è un lavoro facile, ma penso che sarà interessante".

Gentiloni, che la prossima settimana sarà a Strasburgo per illustrare i contenuti del documento all'Europarlamento, non vede ragioni perchè la Polonia traferisca "una divergenza rispettabile ma molto nazionale e molto contingente" sul lavoro per delineare le prospettive dell'Unione.

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