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Corea del Nord: "Pronti al dialogo con gli Usa alle giuste condizioni"

Il segnale di apertura di Pyongyang arriva dopo settimane di retorica bellicosa. Intanto gli Usa chiedono alle Nazioni Unite di rafforzare le sanzioni

Corea del Nord: "Pronti al dialogo con gli Usa alle giuste condizioni"

Dopo le minacce e il gioco al rialzo, sembra arrivato il momento della riflessione per Pyongyang. Forse l'estrema fermezza degli Stati Uniti e l'intermediazione della Cina cominciano a produrre risultati. La Corea del Nord si dice pronta ad avviare un dialogo con gli Usa se ci saranno le giuste condizioni. Il segnale di apertura, dopo settimane di fortissima tensione e minacce di scatenare l'inferno, arriva dal direttore del ministero degli Esteri nordcoreano responsabile per agli affari americani, Choe Son Hui.

"Avremo il dialogo se ci saranno le condizioni", ha detto durante una tappa a Pechino di ritorno dalla Norvegia, citato dall'agenzia di stampa sudcoreana Yonhap. E, alla domanda se la Corea del Nord sia pronta anche ad avviare un dialogo con la Corea del Sud, dopo l'elezione a presidente di Moon Jae-in, favorevole alla distensione con Pyongyang, Choe ha risposto così: "Vedremo". Non ha detto sì, ma non ha nemmeno negato che vi sia una possibilità di dialogo.

La Corea del Nord intanto si muove a tutto campo a livello diplomatico. Ieri ha chiesto agli Stati membri delle Nazioni Unite di non applicare le sanzioni imposte dal Consiglio di sicurezza e ha criticato gli sforzi degli Usa per ottenere una più rigorosa applicazione di tali misure. La rappresentanza nordcoreana all'Onu ha distribuito una lettera al resto delle ambasciate, in cui chiede loro di "riconsiderare la sua attuazione di qualsiasi attività fino al chiarimento giuridico" di queste sanzioni "con ogni mezzo possibile".

Il Consiglio di sicurezza da anni ha adottato importanti sanzioni diplomatiche ed economiche, che sono state progressivamente rafforzate in risposta ai test atomici e missilistici di Pyongyang. Negli ultimi mesi, invece, gli Stati Uniti hanno più volte insistito con gli altri Paesi sulla necessità di attuare pienamente queste sanzioni per aumentare la pressione sul regime di Kim Jong-un. Secondo la Corea del Nord, tra l'altro, le sanzioni non hanno una base giuridica adeguata e sono un pretesto per agire contro il Paese.

Sempre ieri il presidente russo, Vladimir Putin, ha parlato al telefono con il nuovo presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in, e gli ha detto che è pronto a giocare un ruolo costruttivo per la risoluzione della minaccia nucleare posta dalla Corea del Nord.

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