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Il no a Roma e agli 007 inglesi: tutti i dubbi sul blitz di Dacca

Le telefonate con Roma, poi il rifiuto di collaborazione del Bangladesh con gli 007. Renzi: "Ogni polemica ormai è inutile"

Il no a Roma e agli 007 inglesi: tutti i dubbi sul blitz di Dacca

"Ogni polemica sull'opportunità di anticipare il blitz contro i terroristi che a Dacca hanno colpito un ristorante uccidendo venti persone delle quali 9 italiane è ormai sostanzialmente inutile. Il commando era pronto a tutto". Quello che ha detto il premier Matteo Renzi a L'Intervista su Sky è vero. Eppure i dubbi sulla gestione delle operazioni delle forze locali in Bangladesh e sul fatto che forse si poteva fare qualcosa di più per salvare la vita degli ostaggi rimangono.

Come ricostruisce Il Messaggero, "per tutta la notte l'unità di crisi della Farnesina e palazzo Chigi hanno seguito minuto per minuto prima l'assedio e poi l'assalto delle forze speciali bengalesi avvenuto probabilmente quando gli ostaggi erano stati già tutti uccisi. Con poche strumentazioni e male equipaggiati le teste di cuoio avrebbero rifiutato ogni offerta di collaborazione. L'Italia non ha un centro di intelligence in Bangladesh e uno 007 è arrivato a Dacca a blitz avvenuto. Agenti americani e inglesi - presenti sul posto - avrebbero però cercato, senza successo, di aprire da subito un'interlocuzione con le forze di sicurezza bengalesi incassando un secco rifiuto da parte del governo. Il blitz, denominato operazione-fulmine, di un centinaio di agenti delle forze di sicurezza, avvenuto di prima mattina e durato tredici minuti, è risultato di fatto inutile visto che gli ostaggi erano già stati tutti trucidati.

Il risultato ha accentuato l'irritazione del governo italiano nei confronti di Dacca per aver rifiutato di condividere modalità e tempi dell'intervento".

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