Guerra in Ucraina

"Un decennio per riprendersi": il dossier segreto che preoccupa Mosca

Secondo un documento interno di Mosca l'economia della Russia rischia di tornare alla normalità prebellica soltanto alla fine del decennio. Il motivo? Tutta colpa delle sanzioni occidentali

"Un decennio per riprendersi": il dossier segreto che preoccupa Mosca

L'economia della Russia potrebbe impiegare un decennio, o forse ancora più tempo, per tornare al livello prebellico. È questo uno dei possibili scenari ipotizzati da un documento top secret di Mosca preparato ad uso e consumo del governo russo. Il report, realizzato da funzionari ed esperti dopo mesi di lavoro, ha preso in esame vari fattori per valutare il peso effettivo delle sanzioni occidentali contro il Cremlino e dell'isolamento economico del Paese.

Gli effetti delle sanzioni su Mosca

Il pilastro principale del rapporto è emblematico: esiste la possibilità secondo cui la Russia rischia di affrontare una recessione più profonda e più lunga mano a mano che l'impatto delle sanzioni statunitense ed europee si diffonde nel Paese. Detto altrimenti, quando le sanzioni arriveranno a colpire i settori chiave dell'economia russa, allora il Cremlino potrebbe seriamente ritrovarsi in difficoltà. Il report in questione, che propone situazioni ben più gravi di quanto non siano soliti affermare gli alti funzionari russi, è stato visionato da Bloomberg.

Nel documento, redatto per una riunione a porte chiuse degli alti funzionari russi risalente allo scorso 30 agosto, vengono indicati tre scenari. Secondo lo “scenario inerziale”, l'economia russa toccherà il fondo il prossimo anno, arrivando a collezionare un –8,3% rispetto al 2021. Lo “scenario stress” indica come riferimento temporale il 2024, con un crollo annuale del -11,9%. In due dei tre scenari, tuttavia, si ritiene che l'economia nazionale tornerà ai livelli antecedenti la guerra in Ucraina alla fine del decennio o più tardi.

Cosa potrebbe accadere alla Russia

Tutti gli scenari prendono in considerazione l'intensificarsi della pressione sanzionatoria, e pure la probabilità che più Paesi possano unirsi alla causa. Come se non bastasse, il forte allontanamento dell'Europa dal gas e dal petrolio russi potrebbe incidere sulla capacità del Cremlino di rifornire il proprio mercato. Non è finita qui, perché, al netto delle restrizioni – che ormai coprono circa un quarto delle importazioni e delle esportazioni – il report racconta come la Russa debba affrontare un blocco che ha colpito praticamente ogni forma di trasporto. Tra le altre stime, 20mila specialisti IT potrebbero salutare la loro nazione entro il 2025.

Per evitare il definitivo tracollo, spiega il documento, la Russia dovrebbe attuare una serie di misure per sostenere l'economia e alleviare l'impatto delle sanzioni, al fine di riportare l'economia ai livelli prebellici nel 2024 e tornare a crescere costantemente in un secondo momento. Nel prossimo anno o due, il rapporto avverte della "riduzione dei volumi di produzione in una gamma di settori orientati all'esportazione", dal petrolio e dal gas ai metalli, ai prodotti chimici e ai prodotti del legno. Sebbene in seguito sia possibile un certo rimbalzo, "questi settori cesseranno di essere i motori dell'economia".

Tra gli altri calcoli, un eventuale taglio completo del gas in Europa potrebbe costare a Mosca fino a 400 miliardi di rubli (6,6 miliardi di dollari) all'anno in entrate fiscali perse.

L'impatto delle sanzioni toccherà anche i seguenti settori: l'agricoltura (il 99% della produzione di pollame il 30% di quella di bovini da latte dipende dalle importazioni); l'aviazione (il 95% del volume dei passeggeri viene trasportato su aerei fabbricati all'estero, privi di pezzi di ricambio); la costruzione di macchine (solo il 30% di macchine utensili è made in Russia); prodotti farmaceutici (l'80% della produzione nazionale si basa su materie prime importate); trasporti (costi aumentati per spedizioni su strada) e comunicazioni (c'è il rischio, ad esempio, che Mosca resti a corto di SIM entro il 2025).

Commenti