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Discorso d'addio per Fidel Castro al congresso del partito comunista cubano

L'addio di Fidel: "Rimarranno le idee dei comunisti cubani come prova che questo pianeta, se si lavora con fervore e dignità, è in grado di produrre i beni materiali e culturali di cui gli esseri umani necessitano"

Discorso d'addio per Fidel Castro al congresso del partito comunista cubano

Tra meno di quattro mesi compirà 90 anni. Fidel Castro ieri ha pronunciato un breve discorso a chiusura del VII Congresso del Partito comunista cubano. Ha ammesso che, forse, è l’ultima volta che si rivolge ai suoi compagni, ed ha rivendicato le sue radici marxiste-leniniste, dicendosi sicuro che la rivoluzione cubana continuerà anche dopo la sua morte. Camicia blu e giacca sportiva, viene accolto da una standing ovation e cori di affetto dai delegati ("Fidel! Fidel!") e si va a sedere accanto al suo successore e fratello, Raul Castro, rieletto primo segretario del partito. "Presto compirò 90 anni - ha detto restando seduto -. Non mi aveva mai sfiorato una tale idea e non è stato il frutto di uno sforzo, è stato il caso. Presto sarò come tutti gli altri, il turno arriva per tutti. Rimarranno le idee dei comunisti cubani come prova che questo pianeta, se si lavora con fervore e dignità, è in grado di produrre i beni materiali e culturali di cui gli esseri umani necessitano". Castro, dunque, non si arrende. Ai "fratelli" dell’America Latina e del mondo, ha aggiunto Castro, "dobbiamo trasmettere che il popolo cubano vincerà".

"Non dovranno passare altri 70 anni perché avvenga un altro fatto come la Rivoluzione Russa, per fare sì che l’umanità possa disporre di un altro esempio di grandiosa rivoluzione sociale". Fidel ricorda di essersi impegnato, da giovane, "nello studio del marxismo leninismo, senza un precettore che mi aiutasse", ma confortato da "una totale fiducia nell’Unione Sovietica".

Fidel Castro conclude il suo discorso rigraziando il fratello per il "magnifico" lavoro compiuto. I mille delegati del Pcc, riuniti nel Palacio de Convenciones, si sono alzati in piedi per applaudirlo. E' la seconda volta che il "lider maximo" appare in pubblico negli ultimi 12 giorni: lo scorso 7 aprile aveva parlato in una scuola, ricordando la cognata Vilma Espin, moglie di Raul, eroina della Rivoluzione e morta nel 2007. Anche in quel caso aveva parlato sempre seduto.

Le immagini diffuse dai media ufficiali cubani -il congresso del Pccsi è svolto a porte chiuse- mostrano il Lìder Maximo della Rivoluzione sempre seduto. Il congresso del partito, oltre a rieleggere Raul Castro e il suo numero due, Josè Ramòn Machado Ventura, ha confermato la "linea riformista" varata dalla precedente assemblea del 2011, escludendo qualsiasi possibilità di "politica di choc" o di "privatizzazione neoliberale", che costituirebbero una "restaurazione del capitalismo" e comporterebbero "danni gravi per i diritti e gli interessi" dei cubani.

"Non siamo ingenui - ha avvertito Raul Castro - né ignoriamo l’influenza di potenti forze esterne che scommettono su quello che chiamano il rafforzamento delle forze non statali di gestione, con l’obbiettivo di creare agenti di cambiamento, per porre fine alla Rivoluzione e al socialismo a Cuba".

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