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Ecco i finanziatori dell'Isis

Oltre 20mila musulmani sostengono l'Isis dall'Europa: raccolgono soldi tra amici e parenti per finanziare la jihad. Sostieni il reportage

Ecco i finanziatori dell'Isis

Vivono in Occidente, non partecipano attivamente alla jihad ma la finanzia. Sono almeno 20mila i fondamentalisti islamici che danno supporto "fisico e monetario" allo Stato islamico. Musulmani che a prima vista sembrano perfettamente inseriti nel nostro tessuto sociale, ma che di nascosto raccolgono denaro sia per finanziare le milizie dell'Isis, che combattono in Siria, Iraq e Libia, sia per sostenere economicamente i foreign fighter che si infiltrano nelle capitali occidentali per colpire con attentati terroristici.

Secondo gli analisti dell’intelligence, che oggi hanno presentato l’ultima Relazione sulla politica dell’informazione sulla sicurezza, continua a crescere il rischio di attacchi in territorio europeo. I rischi possono arrivare da "emissari addestrati e inviati dall'Isis o da altri gruppi, compresi quelli che fanno tuttora riferimento ad al Qaida". Cellule dormienti, foreign fighter di rientro o "pendolari" dal fronte (noti come commuters), i familiari e gli amici di combattenti (donne incluse) attratti dall'"eroismo" dei propri cari, specie se martiri, i "lupi solitari" e microgruppi che decidano di attivarsi autonomamente (self starters). "Questo anche sulla spinta di campagne istigatorie che ritengono pagante trasformare il continente europeo in 'terreno di confronto' - fanno notare gli 007 - con l’Occidente, in chiave di rivalsa, e tra le stesse componenti della galassia jihadista, nel quadro di dinamiche di competizione tutt’altro che univoche".

I numeri di questo esercito hanno contorni nebulosi. Si parla di circa 19mila foreign fighter provenienti da oltre novanta Paesi che si sono già uniti ai jihadisti dello Stato islamico in Siria e Iraq. Tra questi almeno una cinquantina sarebbero italiani. È da loro che, come rivela la Financial Action Task Force, organismo intergovernativo contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo, sembrerebbe arrivare una "importante fonte di finanziamento" al gruppo estremista. Da "questi volontari" e dalle "rispettive reti sociali" arrivano "sostegno fisico e monetario". Tuttavia, scrive l'organizzazione, "sebbene significativo in termini di persone arruolate, i contributi economici globali da queste fonti sono relativamente bassi". Non solo. I reduci possono contare sulla condivisione del know how operativo acquisito sul campo e di una fittissima rete fatta di conoscenze e contatti.

Secondo l'intelligence italiana, "i foreign fighter di matrice europea presentano il profilo tatticamente più pagante grazie all'elevata capacità di mimetizzazione, alla facilità di spostamento all’interno dello spazio Schengen e agli utili contatti di base in Europa che possano fungere da trait d’union con i gruppi armati attivi nelle aree di crisi". Le numerose operazioni di polizia condotte in Europa e il monitoraggio dei servizi segreti indicano "come lo spazio comunitario risulti permeabile alle attività di proselitismo e reclutamento".

Si moltiplicano, infatti, i segnali di cooptazione ideologica di aspiranti mujahidin, incoraggiati a raggiungere in massa, famiglie al seguito, la "nuova" patria per contribuire all’opera di state building.

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