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Ecco perché è sbagliato cancellare il Natale (anche per gli islamici)

Ripensare al 2015 significa ripensare a un anno in cui il dilagare di una guerra, militare e ideologica, ha interessato ognuno di noi

Ecco perché è sbagliato cancellare il Natale (anche per gli islamici)

Natale, un attimo di pace. Natale, periodo di riconciliazione. Oggi come ieri, per i fedeli come per i non credenti, questo momento dell’anno va ad assumere un significato trasversale, che evade la dimensione meramente religiosa: ogni Natale le famiglie si riuniscono, le persone si ritrovano in un momento staccato e lontano dalla frenesia quotidiana e dai problemi che hanno accompagnato i mesi precedenti. Per molti è un’occasione di riflessione e di confronto con l’anno che si sta per chiudere, con le scelte che in questo arco di tempo sono state prese o subite e con le conseguenze che esse hanno avuto sulle proprie persone e sulle proprie storie.

Ripensare al 2015 significa ripensare a un anno in cui il dilagare di una guerra, militare e ideologica, ha interessato ognuno di noi. Perché nessuno che viva nella società occidentale può essere immune dal cambiamento che questa sta subendo a seguito dell’inasprimento di uno scontro che ha visto nelle due stragi di Parigi, quella di Charlie Hebdo e del Bataclan, i suoi momenti più emblematici. Uno scontro sanguinoso dichiarato da esponenti di due diversi mondi che, in nome di due religioni considerate contrapposte, si sono posti come portavoce della totalità dei propri fedeli e hanno dichiarato di voler esportare il proprio modello di società e di vita dove esso non è ancora presente. Così, se da una parte l’Occidente ‘cristiano’ già da tempo bombarda i territori musulmani in nome del progresso, dall’altra i terroristi dell’Isis hanno portato la propria guerra in terra europea in nome di Allah.

Da una parte come dall’altra è stato invocato lo stesso messaggio: che si tratta di una guerra tra religioni, di uno scontro di civiltà tra Islam e Cristianesimo, di una battaglia tra bene e male. E questo Natale, in quanto festa cristiana, è stato da alcuni considerato come un momento per inasprire questo scontro. Generando, da una parte come dall’altra, sentimenti di rabbia, di emozione, di sfiducia, di diffidenza, di paura per il futuro.

Siamo nel pieno di un disordine che non sembra volersi arrestare. E le guerre che l’Europa in passato ha già vissuto non si sono mai concluse fino alla vittoria totale di una parte sull’altra. Interrompendosi però solo in un’occasione: proprio durante il Natale. Nel 1914, per esempio, i soldati tedeschi e inglesi che si combattevano sul fronte occidentale durante la Grande Guerra dichiararono un inufficiale ‘cessate il fuoco’, celebrando comuni cerimonie religiose e di sepoltura dei caduti. Solo lo scorso anno, invece, l’esercito ucraino intento a combattere nella città Donetsk, si è accordato con i ribelli filo-russi per una breve tregua natalizia.

E’ possibile, dunque, che anche il Natale del 2015 diventi un momento di tregua anche dello scontro di civiltà? Secondo Niyazi Oktem, professore dell’Università di Istanbul, non solo è possibile, ma strettamente necessario. Senza mai dimenticare che la diversità di religione è una delle cause principali dei conflitti internazionali, spiega, va fatto sapere che l’Islam riconosce come sacro il Natale e i suoi protagonisti. Esso, infatti, concepisce sia l’Antico sia il Nuovo Testamento come testi sacri, oltre che tutti i profeti in essi menzionati. Soprattutto la Vergine Maria e suo figlio godano di una considerazione del tutto speciale: menzionati in 100 versetti del Corano, vengono indicati come modelli di retta condotta e di verità. Per questo le celebrazioni cristiane del Natale sono un momento di pace anche per i musulmani. E per questo lo sfruttamento del Natale come occasione per attaccare i musulmani da parte occidentale - e vice versa - è un insulto a entrambe le fedi.

Abolire la celebrazione del Natale, dunque, significa cancellare il più importante punto d'incontro tra le due religioni. Ridurre o limitare le festività natalizie significa ridurre anche ciò che gli islamici considerano come sacro nel Cristianesimo. Trasformare questo Natale in uno strumento di battaglia per attaccare un’altra fede farebbe altrettanto male.

Da una parte come dall’altra.

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