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Filippine, i dati scioccanti della lotta alle droghe di Duterte

Secondo la Polizia Nazionale delle Filippine il bilancio "ufficiale" delle vittime della guerra alla droga è di ben seimila seicento persone

Filippine, i dati scioccanti della lotta alle droghe di Duterte

Nelle Filippine, secondo i dati della polizia nazionale, sono più di sei mila i sospettati di reati di droga che sono stati uccisi dalle forze dell’ordine dall'inizio della durissima guerra contro le droghe iniziata sotto la presidenza di Rodrigo Duterte.

I dati della Philippine National Police, svelati durante una recente conferenza stampa tenuta a Camp Crame dai massimi ufficiali del corpo, coprono un periodo di poco meno di tre anni, dal primo luglio 2016, un giorno dopo che Duterte ha prestato giuramento come Presidente, fino al 31 maggio 2019.

In questi 35 mesi sono state quasi 280mila le persone arrestate per reati legati alla droga in quasi 180 mila operazioni antidroga condotte dalla Polizia a livello nazionale. Sono state, invece, quasi un milione e trecento mila le persone che si sono "arrese" nello stesso periodo.

La Polizia Nazionale delle Filippine ha comunicato anche il bilancio "ufficiale" delle vittime della guerra alla droga: ben seimila seicento persone. Migliaia sono state le persone sottoposte al piano operativo Oplan Tokhang, vale a dire alle attività di polizia, portate avanti, in certe zone, casa per casa, tese a convincere i tossicodipendenti o gli spacciatori di droga a interrompere le loro attività illegali e ottenere un percorso di riabilitazione dalla droga.

Il portavoce della Philippine National Police, il colonnello Bernard Banac, ha chiarito che il rapporto non è ancora definitivo e deve essere sottoposto a un controllo incrociato con i dati della Philippine Drug Enforcement Agency. Banac ha osservato che, rispetto agli arresti compiuti dalla polizia, il numero delle vittime è "decisamente ridotto" ed ha spiegato che le indagini sulla morte degli indagati durante le operazioni di polizia sono ancora in corso. "Solo perché sono morti nelle operazioni di polizia, non significa che non indagheremo. Per quanto possibile, nessuno dovrebbe morire nelle nostre operazioni antidroga".

La Polizia Nazionale delle Filippine ha spiegato che, su scala nazionale, ben 12.177 dei 42.045 barangays (le più piccole unità del governo locale nelle Filippine) hanno raggiunto lo status di "drug free". Banac ha spiegato che 282 barangays sono ancora colpite "seriamente dalla droga", 10.835 sono "moderatamente colpite" e 9.354 sono "leggermente colpite".

La Metropolitan Manila, una delle tre aree metropolitane definite nelle Filippine, composta da 16 città che raggruppano circa 13 milioni di persone, rimane la regione più colpita dalla droga. Ma Banac è convinto che i restanti barangays saranno eliminati dagli illeciti legati alle droghe entro la fine del mandato di Duterte nel 2022. "Possiamo farlo nei restanti tre anni del presidente, con l'aiuto di tutti i settori della società", ha detto Banac. A causa della resistenza armata alle operazioni antidroga della Polizia, sono 49 gli agenti che hanno perso la vita, mentre sono 144 i poliziotti rimasti feriti.

Diversi attivisti per i diritti umani accusano, invece, il governo di Duterte di avere causato almeno 30 mila morti, comprese quelle causate dai paramilitari o dai "vigilanti". Come spiega AsiaNews, la Chiesa cattolica, con i suoi vescovi e sacerdoti, è tra le poche voci che denunciano la violenza della politica antidroga di Duterte.

Non a caso Duterte ha attaccato verbalmente molti vescovi e sacerdoti.

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