Mondo

Focolaio di poliomielite in Africa: scatta l’allarme

Un caso accertato di poliomielite selvaggia in Africa, il primo dal 1992, ha fatto scattare l'allarme sui rischi del ritorno del virus nel continente: ecco cosa dice l'Oms e cosa può accadere

Focolaio di poliomielite in Africa: scatta l’allarme

Pensavamo fosse definitivamente scomparsa da gran parte della Terra ma un probabile focolaio ha fatto scattare l'allarme e riportato alla memoria gli incubi del passato: la poliomielite selvaggia è ricomparsa in Africa dopo l'allarme lanciato dalle autorià sanitarie del Malawi, Paese a sud-est del continente, che hanno accertato il caso di un bambino di età inferiore ai 5 anni infettato dal poliovirus e rimasto paralizzato. La situazione è tutt'ora sotto controllo ma anche l'Oms ha drizzato le antenne su quanto accaduto.

Un ritorno al passato

Un comunicato dell'Organizzazione Mondiale della Sanità descrive questo caso come "poliovirus selvaggio di tipo 1" dopo gli accertamenti fatti sul bambino: il sequenziamento del virus condotto dalla Nicd il 2 febbraio e dal Cdc americano il 12 febbraio ha confermato questo caso come Wpv1. "L'analisi mostra che l'attuale isolato di Wpv1 in Malawi è geneticamente legato a una sequenza pakistana rilevata nel 2020 nella provincia del Sindh", scrivono gli esperti. L'Africa era stata dichiarata indenne dalla polio selvaggia indigena nell'agosto 2020 dopo aver eliminato tutte le forme di poliomielite dalla regione e in Malawi l'ultimo caso clinico confermato era stato segnalato nel 1992.

I partner della Global Polio Eradication Initiative (Gpei), inclusa l'Oms, stanno supportando le autorità sanitarie del Malawi nell'effettuare una valutazione del rischio e una risposta alle epidemie, inclusa l'immunizzazione supplementare. Le misure di sorveglianza sono già state attivate e ampliate in Malawi e nei Paesi limitrofi per rilevare potenziali nuovi casi. Le organizzazioni partner hanno anche inviato i loro team per supportare le operazioni di emergenza e trovare soluzioni innovative per le campagne di vaccinazione.

Cos'è la poliomielite

La poliomielite è una malattia altamente infettiva causata da un virus che invade il sistema nervoso e può causare paralisi permanente (circa una su 200 infezioni) o morte (circa il 2-10% dei casi di paralisi). Il virus si trasmette da persona a persona principalmente per via oro-fecale o, meno frequentemente, da un comune veicolo di diffusione come possono essere l'acqua o cibi contaminati. Due dei tre tipi di poliovirus selvaggio sono stati eradicati (Wpv2 e Wpv3), con sforzi globali in corso per eradicare anche Wpv1. Attualmente, il poliovirus selvaggio è endemico soltanto in Pakistan e Afghanistan: il suo rilevamento al di fuori di questi due Paesi "dimostra il continuo rischio di diffusione internazionale della malattia fino a quando ogni angolo del mondo non sarà libero da Wpv1", scrive l'Oms.

Il rischio a livello nazionale in Malawi è valutato "alto" per la presenza di un'elevata densità di popolazione, una bassa copertura vaccinale (meno dell'80%) in molti distretti e la mancanza di una campagna di recupero superiore ai sei anni. Inoltre, il 25 aprile 2016 è stato completato il passaggio dal vaccino antipolio orale trivalente al bivalente e il 14 dicembre 2018 è stato introdotto il vaccino antipolio inattivato (Ipv). Le più recenti attività di immunizzazione supplementari con un vaccino contenente la seconda tipoligia sono stati condotti nel 2013. "È importante che tutti i paesi, in particolare quelli a contatto con aree colpite dalla poliomielite, rafforzino la sorveglianza dei casi di polio per rilevare rapidamente eventuali nuove importazioni di poliovirus e facilitare una risposta rapida", conclude l'Oms.

"Ecco cosa può succedere"

"Nella maggioranza dei casi, l'infezione è asintomatica o si limita a sintomi intestinali; tuttavia, in alcune persone il virus riesce a superare la barriera gastrointestinale e diffondersi nel corpo attraverso il sistema sanguigno", afferma a Repubblica la biologa Agnese Collino. Nei casi peggiori, può danneggiare i neuroni motori "provocando paralisi flaccide più o meno estese che in molti casi sono irreversibili", sottolinea. L'essere umano, purtroppo, è l'unico serbatoio naturale di questo virus che può colpire qualsiasi età ma soprattutto i bambini al di sotto dei tre anni.

Non esiste ancora una cura farmacologica ma, come abbiamo visto, anche in questo caso la malattia viene vinta dai vaccini: in questo senso, la soluzione definitiva potrebbe arrivare grazie a "nOPV2", una nuova versione del vaccino orale "Sabin" più stabile e sicura.

Commenti