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Il fumettista Lars Vilks: "Le vignette su Maometto? Non si sono pentito"

È rimasto chiuso in una cella frigorifera finché l'incubo a Copenaghen non è finito. "Probabilmente riproveranno a uccidermi"

Il fumettista Lars Vilks: "Le vignette su Maometto? Non si sono pentito"

C'era anche lui a Copenagen, al convegno sulla libertà d'espressione organizzato in onore dei morti di Charlie Hebdo, uccisi nei giorni della follia di Parigi dai fratelli Kouachi. Il vignettista svedese Lars Vilks è sfuggito all'attacco, non il primo contro di lui, e ora racconta in un'intervista alla Stampa quello che ha vissuto.

Per ben tre volte, in passato, ha rischiato la vita, l'hanno picchiato e minacciato, la sua abitazione è stata data alle fiamme, il suo nome e il suo volto sono comparsi in un numero di Inspire Magazine, la rivista del ramo yemenita di al-Qaeda, in una lista nera di obiettivi che l'organizzazione considera i primi da eliminare, accanto a quello di Stéphane Charbonnier, ucciso nell'attentato a Charlie Hebdo.

A causargli problemi sono state le sue vignette su Maometto, di cui finora non si è ancora pentito. "Mai. Sono contento di averlo fatto, sono contento che si parli di libertà". Ma certo non aveva scelto i problemi che poi gli sono capitati. A Copenaghen si è salvato dalla tentata strage, "imprevedibile, frutto di fanatismo". Ma non si risparmia qualche accusa.

"Bisognerebbe far capire che ogni religione, e anche l'Islam, condizionano la vita sociale e politica della gente e dunque sono alla stregua di altre ideologie e per questo sottoposti alle stesse regole", ha aggiunto a Repubblica.

"C'erano pochi poliziotti e con armi inadeguate. Avevano solo pistole, che contro raffiche dirette di un fucile automatico possono poco". A salvarlo la prontezza della scorta e il fatto che l'attentatore abbia dovuto "fare un percorso difficile, non diretto".

Vilks è rimasto chiuso nella cella frigorifera finché tutto è finito. Poi "la porta della cella si è aperta. Ho ricominciato a respirare quando ho visto uan divisa".

Ma non ha dubbi: a ucciderlo ci proveranno ancora.

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