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Ghana, nominati 110 ministri Presidente nella bufera per governo-monstre

Ghana, il nuovo presidente Nana Akufo-Addo è al centro delle polemiche per aver varato un esecutivo elefantiaco da 110 ministri. In campagna elettorale aveva promesso lotta alla corruzione e agli sprechi della politica

Nana Akufo-Addo
Nana Akufo-Addo

Raddoppiato il già elefantiaco esecutivo ghanese: il presidente Nana Akufo-Addo ha nominato 110 ministri per il suo nuovo governo.

Aveva vinto le elezioni, nel dicembre 2016, promettendo lotta alla corruzione e agli sprechi della politica. Invece, mercoledì scorso, ha varato un vero e proprio governo-monstre: 56 ministri, 50 viceministri e 4 ministri di Stato. In tutto 110 membri che percepiranno uno stipendio di circa 3.700 euro al mese e in più potranno beneficiare di due auto governative, carburante gratis, una casa, servizi pubblici gratuiti e scorta.

L'esecutivo più grande della storia del Paese, che conta circa 27 milioni di abitanti ed è una delle nazioni più piccole del continente africano, dal 1992, anno in cui il Ghana si è dotato di una Costituzione democratica, scrive il Corriere della Sera. La mossa, infatti, non è piaciuta all'opinione pubblica che ha sollevato una bufera, soprattutto sui social network.

Il presidente, 73 anni, però non ha fatto marcia indietro, anzi ha replicato che ha risposto che l'allargamento del suo esecutivo è "un investimento necessario" per il bene del Ghana In un'intervista alla tv pubblica ha insistito: "Sono consapevole del fatto che le persone sono preoccupate per i costi di questo grande governo. Ma si tratta di un investimento necessario per trasformare in maniera rapida il Paese. I ministri già sono al lavoro. La loro esperienza non sarà una vacanza".

Una spiegazione che non convince. "Siamo di fronte a un governo elefantiaco che sprecherà le magre risorse del Paese - è la critica di Haruna Iddrisu, il leader del National Democratic Congress, il partito di opposizione che ha contestato fortemente le scelte del presidente - Nana Akufo-Addo dimostra di non essere un capo di Stato, bensì il solito politico".

Anche gli osservatori politici sono preoccupati.

"Si tratta di una spartizione di potere tra amici", ha commentato il politologo Geoffrey Molu.

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