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Il "giudice" dell'Isis arrestato a Istanbul

Oltre alle sentenze di morte ordinate, il jihadista è sospettato anche di aver svolto attività di spionaggio per l'Isis

Il "giudice" dell'Isis arrestato a Istanbul

Un terrorista di alto rango dell’Isis, noto come “al qadi” (il giudice), è stato arrestato nella mattinata del 3 settembre a Istanbul dalle forze di sicurezza turche, come dichiarato dal dipartimento di polizia della città del Bosforo durante una conferenza stampa tenutasi nella mattinata di sabato.

Il soggetto in questione, di cui sono state rese note soltanto le iniziali M.E.B., ha amministrato per anni la giustizia coranica a Raqqa, ricoprendo un ruolo fondamentale anche nel far eseguire sentenze di morte. A capo di numerosi combattenti di origine araba e daghestana, M.E.B. è sospettato anche di aver svolto attività d’intelligence per conto dell’Isis.

Nella sua abitazione sono stati sequestrati numerosi documenti relativi l'attività svolta in passato per conto dell'Isis (comprese le pene di morte comminate), copie di documenti falsi con schede telefoniche intestate, telefoni e computer che attestano una vera e propria attività di spionaggio da parte dell'arrestato, che aveva operato con vari nominativi ed era in possesso di una falsa identità siriana al momento dell’arresto.

Il leader jihadista era fuggito in Turchia in seguito alla sconfitta subita dall'Isis per mano dell’esercito governativo siriano appoggiato dagli alleati russi e dopo aver attraversato illegalmente il confine era arrivato a Istanbul, dove la sua presenza non era però passata inosservata, finendo in un'informativa dei servizi segreti turchi diretta alla polizia; di lì a poco, l’arresto.

Le forze di sicurezza turche sono state coinvolte in una lunga campagna per contrastare la minaccia dell’Isis: più di 2 mila persone sono state arrestate e altre 7 mila deportate. In aggiunta, è stato negato l’ingresso a circa 70 mila individui a causa di sospetti legami con il gruppo terroristico.

Gli atttentati sventati in suolo turco sarebbero una decina mentre quasi 19 mila soggetti risultano monitorati per sospetti legami con l’Isis dopo essere stati individuati negli aeroporti turchi.

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