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La Guardia costiera libica: "Non abbiamo salvagenti per salvare tutti"

L'sos di Tripoli raccolto dal Times: "Solo tre navi funzionanti ma senza carburante e senza giubbotti". E il numero degli interventi aumenta

La Guardia costiera libica: "Non abbiamo salvagenti per salvare tutti"

La Guardia Costiera Libica, a cui l'Italia e l'Europa affidano il compito di salvare le vite dei migranti che si imbarcano nei viaggi della speranza per attraversare il Mediterraneo, è "al collasso". Ad affermarlo l'autorevole quotidiano londinese The Times, che in un articolo pubblicato oggi riporta un'inquietante testimonianza delle autorità tripoline.

Un portavoce dei libici afferma che il corpo di guardia costiera avrebbe a disposizione appena tre imbarcazioni funzionanti, che peraltro sarebbero spesso costrette in porto dalla mancanza di carburante e di giubbotti salvagente.

Con la chiusura dei porti da parte di Italia e Malta e di fronte a un più generale giro di vite da parte dei Paesi Europei rispetto agli sbarchi, la Guardia Costiera Libica si è trovata di fronte a un improvviso aumento nel numero degli interventi di salvataggio da portare a termine: 4mila nell'ultimo mese, di cui mille in un solo giorno.

"Facciamo del nostro meglio - spiega il portavoce interpellato dal Times - Ma il numero di chi tenta di prendere il mare continua a crescere. Abbiamo aumentato il numero di pattuglie per salvare quante più persone possibile ma abbiamo bisogno di più aiuto se non vogliamo che molte migliaia in più cerchino di provare la traversata e centinaia in più muoiano".

"Abbiamo bisogno di più barche - prosegue - Non abbiamo nemmeno abbastanza giubbotti per salvare tutti i migranti che troviamo in mare". Dichiarazioni che lasciano molte ombre sulla capacità di Tripoli di far fronte alla crisi migratoria, anche solo per salvare le vite di chi affonda davanti alle coste del Nordafrica. Il quotidiano londinese ricorda inoltre che fra le sei persone sanzionate dall'Unione Europea nelle scorse settimane con l'accusa di alimentare il traffico di esseri umani c'era anche Abdulrahman al-Milud, responsabile della Guardia costiera nella città di Zawiya.

Nuove motovedette dall'Italia

Dalle sponde settentrionale del Mediterraneo i Paesi dell'Unione, con l'Italia in testa, promettono nuovi aiuti a Tripoli: il 26 giugno scorso il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha annunciato un accordo con il governo libico per "fornire nuovi mezzi italiani alla Libia, delle motovedette che possono pattugliare il mare libico ed evitare la partenza di nuovi barconi".

Mezzi che, a quanto pare, sono più necessari che mai per evitare non solo nuove partenze ma anche e soprattutto nuove morti in mare.

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