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"La guerra contro l'Isis la devono fare prima di tutto i musulmani"

Re Abdullah II di Giordania al parlamento europeo: "Continueremo la lotta contro il terrorismo". Ma avverte: "L'islamofobia aiuta gli estremisti"

Re Abdullah II al parlamento europeo
Re Abdullah II al parlamento europeo

Dopo aver dimostrato di non aver per nulla paura dell'Isis, mandando i suoi caccia a bombardare le loro postazioni in Siria, ora re Abdullah II rivolge un accorato appello all'Europa: "Bisogna porre un freno all’islamofobia, un atteggiamento che fa il gioco degli estremisti". Il sovrano della Giordania lo dice un intervento solenne nell’aula del parlamento di Strasburgo dedicato in larga parte alla lotta contro i fondamentalisti della'autoproclamato stato islamico.

"L’Europa - prosegue - svolge un ruolo cruciale a favore del dialogo interreligioso e il rispetto per tutte le culture: è necessario far capire a tutti cosa vuol dire veramente essere musulmano, una religione che chiede a tutti i suoi fedeli rispetto
per gli altri. I criminali dell’Isis che negano questa realtà hanno come loro obiettivo principale proprio i musulmani. Dobbiamo lavorare tutti assieme - insiste Abdullah - per non permettere che prendano in ostaggio la nostra religione". La Giordania è fermamente intenzionata a proseguire la sua lotta contro il terrorismo internazionale, convinta, così facendo, di difendere la sua popolazione e la sua fede. "Il mondo sta affrontando l’attacco dei terroristi e la reazione della Giordania è stata veloce e determinata", ha detto con orgoglio il sovrano, sottolineando che la guerra contro lo Stato islamico dev’essere combattuta "prima di tutto dai paesi musulmani".

La minaccia terroristica non riguarda soltanto la Siria, l’Iraq e i paesi vicini, ma è "globale", come dimostrano le situazioni in Libia e in Yemen e i recenti attacchi avvenuti anche in Europa. "Si tratta di una guerra contro terroristi che non rispettano i valori umani e i valori dell’islam", ha detto Abdullah II, chiedendo di rafforzare la cooperazione internazionale per fermare le fonti di sostegno allo Stato islamico.

La Giordania, ha ricordato il sovrano, sta facendo la sua parte anche sotto il profilo umanitario, accogliendo centinaia di migliaia di profughi, tra cui molti cristiani. "Gli attacchi contro i cristiani e le minoranze rappresentano un’offesa all’umanità e all’islam", ha detto il re, ricordando che il suo paese ha accolto 1,4 milioni di rifugiati. "È come se la Francia ospitasse tutta la popolazione del Belgio", ha sottolineato.

Abdullah II si è soffermato inoltre sulla necessità di rilanciare il processo di pace tra israeliani e palestinesi, condannando la politica degli insediamenti portata avanti da Israele.

Gli insediamenti "sono contrari al diritto internazionale" e causano un rafforzamento dell’odio che porta, tra l’altro, al reclutamento di combattenti stranieri decisi a lottare tra le fila dello Stato islamico.

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