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Gaza, saltata subito la tregua. Kerry: Hamas usa i civili come scudi

La breve tregua è subito saltata. Israele estende l'offensiva. Emergenza sfollati. In Qatar summit Ban Ki-moon-Abu Mazen. E Obama manda Kerry al Cairo

Gaza, saltata subito la tregua. Kerry: Hamas usa i civili come scudi

Il terzo giorno dell'offensiva israeliana nella Striscia fa registrare oltre 90 palestinesi morti, per un totale complessivo di circa 436 vittime e più di 3000 feriti. L'evento più tragico si segnala a Shajaya, un quartiere popoloso attaccato a Gaza City, dove sotto i bombardamenti sono rimasti uccisi, secondo fonti locali, oltre 60 persone, di cui 17 bambini e 14 donne. Il mondo arabo ha gridato subito al "massacro", parlando di "crimine di guerra" e chiedendo con forza alla comunità internazionale di intervenire subito. Da parte sua Israele, che ha annunciato la morte di 13 soldati nelle operazioni (per un totale di 18 perdite dall'inizio dell'operazione), respinge le accuse al mittente e sottolinea che da quella zona della Striscia sono partiti 140 razzi verso Israele. Inoltre fa sapere di aver più volte avvisato la popolazione civile di allontanarsi dall'area.

La tregua tra Israele e Hamas siglata per consentire di evacuare i morti dopo il pesante bombardamento di Shajaya è durata meno di un’ora. Subito si è ripreso a combattere. L’esercito israeliano ha reso noto che i propri soldati hanno sparato "per rispondere al fuoco di Hamas". L'esercito con la stella di David ha impresso una forte accelerazione alla guerra. La fase terrestre dell’operazione "Margine di Protezione" si allarga. Tra i morti nei raid ci sarebbero anche donne e bambini, un infermiere e un cameraman, deceduti dopo che è stata colpita l’ambulanza su cui viaggiavano.

Le immagini diffuse dalla televisione al-Aqsa di Hamas hanno mostrato vari civili, tra cui donne e bambini, stesi a terra. Intanto migliaia di persone fuggono dalla zona. Secondo i commentatori dell’emittente si tratta di una nuova "Sabra e Shatila", il massacro commesso nel 1982 nei due campi profughi palestinesi in Libano dai falangisti cristiani. Un comunicato diffuso dal ministero della Sanità a Gaza rende noto che tra le vittime ci sono i familiari di un noto dirigente del movimento islamista, morti in una casa obiettivo del bombardamento aereo.

Gli obiettivi centrati dai militari israeliani nell'ultima notte: distrutti 2 tunnel e attaccati 45 obiettivi, tra questi 10 lanciatori di razzi nascosti. Dall’inizio dell’operazione, secondo il portavoce militare i siti "del terrore" colpiti sono stati 2570. Intanto è salito a oltre 62.000 il numero degli sfollati a Gaza (dato Unrwa, l’agenzia per i rifugiati dell’Onu). Per il Pchr (Centro palestinese per i diritti umani) invece, sono 130mila gli sfollati.

Vista la grave situazione umanitaria l’Egitto ha deciso di aprire il valico di Rafah con la Striscia per una settimana, per consentire il passaggio dei feriti. Lo riferisce il sito israeliano Ynet.
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu – che stasera ha convocato il Gabinetto di sicurezza per decidere un'eventuale espansione dell'intervento nella Striscia – si è scagliato contro Hamas che ha accusato di usare "i suoi civili per proteggere i suoi missili, come scudi umani", mentre "Israele usa i missili per proteggere i civili". Poi il primo ministro – che ha anche parlato con Obama - ha ribadito che Israele "completerà la missione" fino a che la quiete non sarà ripristinata nel sud e nel centro del Paese. A fianco di Israele, come sempre, gli Stati Uniti.

I timori di Obama. Kerry vola al Cairo

Molto duro il commento del segretario di Stato americano, John Kerry: "Hamas usa i civili come scudo e rifiuta ostinatamente un cessate il fuoco". Ha poi aggiunto che Israele "ha tutti i diritti del mondo di difendersi", sottolineando che nessuno paese sotto attacco resterebbe immobile. Intanto Barack Obama in una telefonata a Netanyahu ha espresso "gravi preoccupazioni sul crescente numero di vittme, inclusi i civili palestinesi, a Gaza ed anche per la perdita di soldati israliani". La Casa Bianca aggiunge che il presidente ha chiesto al segretario di Stato Kerry di recarsi subito al Cairo, di nuovo crocevia diplomatico, per cercare di dare il contributo Usa alla ricerca di un'intesa per la fine delle ostilità.

Erdogan: Usa ciechi su Israele

Il primo ministro turco Tayyep Recep Erdogan ha replicato con durezza agli Stati Uniti, dopo che il Dipartimento di Stato aveva giudicato offensive le sue dichiarazioni contro l’offensiva israeliana. "Se l’America continua a dire che Israele usa il suo diritto di auto-difesa, è innegabile che debba fare autocritica", ha detto Erdogan, sostenendo che gli Usa sono "ciechi" di fronte a Israele, che fa un uso "sproporzionato della forza" uccidendo i palestinesi "senza pietà".

Abu Mazen e Ban Ki-moon in Qatar

Ferventi lavori a livello diplomatico. Oggi il presidente palestinese, Mahmoud Abbas (Abu Mazen), e il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, si sono incontrati in Qatar per discutere una possibile tregua a Gaza. A presiedere la riunione l’emiro del Qatar, Sheikh Tamim, canale di collegamento tra Hamas e la comunità internazionale. Sabato il Qatar ha consegnato all’Onu la lista con le condizioni poste dal gruppo islamico palestinese per una tregua. In Qatar vivono numerosi islamisti in esilio, tra cui Khaled Meshaal, il leader di Hamas. Gaza è "un ferita aperta che dobbiamo subito far smettere di sanguinare", ha detto Ban Ki-moon appena arrivato a Doha.

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