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Hillary Clinton: "Trump vuole solo dividerci. L'America unita con me sarà più forte"

Nel suo discorso alla Convention di Philadelphia, Hillary Clinton dice che Trump "vuole dividerci, tra di noi e dal resto del mondo. Vuole che abbiamo paura del futuro e gli uni degli altri". Poi assicura: "La mia priorità è il lavoro"

Hillary Clinton: "Trump vuole solo dividerci. L'America unita con me sarà più forte"

"Insieme siamo più forti". Con questo slogan Hillary Clinton si contrappone alla visione di America tracciata da Trump alla Convention repubblicana di Cleveland. "Siamo più forti quando siamo insieme, questo ci insegnarono i nostri Padri fondatori riuniti in questa città 240 anni fa". Hillary si richiama alla storia. E non potrebbe essere diversamente nella città dove è nato il sogno di un Paese nuovo, libero e democratico. Dove una campana crepata, la Liberty Bell, venerata come una reliquia, testimonia che proprio qui, a Philadelphia, è nato tutto.

La candidata democratica avverte che "l'America è alla resa dei conti. Forze potenti vogliono dividerci. I legami di fiducia e di rispetto reciproco si indeboliscono". E prosegue richiamando tutti alla responsabilità: "Dobbiamo decidere se vogliamo lavorare insieme per sollevarci tutti insieme. Non ci facciamo illusioni, siamo lucidi sulle sfide che abbiamo di fronte. Ma non abbiamo paura. Saremo all'altezza di queste sfide, come lo siamo sempre stati".

"L’America è al suo meglio - prosegue Hillary - quando tutti hanno una chance di realizzare in pieno il proprio potenziale". La Clinton lancia un appello all'unità, dice di voler ricomporre i pezzi in cui è divisa la società. Quella che si sforza di indicare è una prospettiva positiva. E in questo - sottolinea - c'è la grande differenza tra lei e Trump: lui guarda solo alla paura, alle divisioni. Vuole fare "l'America di nuovo grande" ma solo a parole: infatti, osserva con sarcasmo, "ha zero soluzioni".

Clinton sottolinea che non ci si può fidare di Trump, perché - da imprenditore - ha ingannato diverse aziende che hanno lavorato per lui ad Atlantic City. Come? "Si è rifiutato di pagarle". E questo, pensa Hillary, deve aprire gli occhi agli americani facendo capire meglio chi è davvero Trump. Che, ribadisce Hillary, vuol solo dividere gli americani (tra di loro e nei confronti del mondo intero), sfruttando la paura. A tal proposito Clinton cita Franklin Delano Roosevelt: "Ha tirato fuori la perfetta strigliata per Trump oltre 80 anni fa, durante un periodo molto più difficoltoso dicendo che l'unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa". E insiste attaccando il rivale repubblicano: "Non metteremo al bando una religione, lavoreremo con tutti gli alleati per sconfiggere il terrorismo". Quanto agli immigrati: "Controproducente e disumano cacciare quelli che lavorano da noi".

Gli attacchi contro Trump non finiscono. "Immaginatevelo nello Studio Ovale ad affrontare una vera crisi: come si possono affidare le armi nucleari ad un uomo che puoi far andare in escandescenza con un tweet? Perde le staffe alla minima provocazione quando un giornalista gli fa una domanda difficile, quando viene sfidato in un dibattito, quando qualcuno lo contesta durante un comizio. Non riesce neanche a gestire una campagna presidenziale difficile". Clinton sottolinea poi che il tycoon manca "dell'intelligenza, del giudizio, della fredda e precisa determinazione per esercitare la forza in modo strategico". E ricorda come abbia più volte mostrato di non avere rispetto delle donne e degli uomini in divisa che rischiano la loro vita per salvare il Paese.

Lavoro e salari giusti

Uno dei nodi centrali del discorso di Hillary è il lavoro. Creare nuove chance per gli americani, questo è l'impegno prioritario della candidata democratica: "Mi impegnerò per la creazione di maggiori opportunità e posti di lavoro ben remunerati. Per l'aumento dei salari di chi un lavoro ce l'ha. Dal mio primo giorno alla Casa Bianca fino all'ultimo, non smetterò di battermi per voi. Soprattutto in quelle aree che sono state abbandonate al loro destino, emarginate. Dalle città più interne alle più piccole... dall'industriale Midwest fino al Delta del Mississippi e al Rio Grande".

La sicurezza di tutti

Poi c'è spazio, ovviamente, per i numerosi dossier di politica internazionale. Tema su cui Hillary è più ferrata (e criticata, a seconda dei punti di vista), considerata l'esperienza da segretaria di Stato. "S'impongono dure scelte - dice ai 4.700 delegati e 15.000 militanti riuniti nel palazzo del Wells Fargo Center - per la nostra sicurezza nazionale. Le minacce sono ben visibili da Bagdhad a Kabul, da Nizza a Parigi a Bruxelles, da San Bernardino a Orlando. Dobbiamo affrontare e sconfiggere nemici agguerriti. I nostri cittadini sono angosciati ed hanno bisogno di essere rassicurati. Cercano una leadership solida. Per questo io stasera vi dico: sono pronta a raccogliere la sfida, sono pronta a servire il Paese, sono pronta ad essere il prossimo presidente degli Stati Uniti".

All'inizio del suo discorso Hillary ha ringraziato la sua famiglia, il suo staff, gli americani che l'hanno sostenuta. E in particolare ha ringraziato il suo agguerrito sfidante alle primarie democratiche. "Voglio ringraziare Bernie Sanders, ha ispirato migliaia di americani, soprattutto giovani. Ha messo le questioni della giustizia economica e sociale al primo posto, quello centrale, dove devono stare. Ti ho ascoltato - dice Hillary - e la tua causa è la nostra causa". Basterà a convincere (davvero) i tanti sostenitori di Sanders?

La risposta di Trump

Arriva dopo poco tempo la replica di Trump a Hillary Clinton, che ha chiesto agli americani di non affidare al tycoon la presidenza e i codici nucleari. "Il rifiuto di Hillary di nominare l'islam radicale - scriver su Twitter - mentre preme per un incremento del 550% dei rifugiati, è un'altra prova che non è adatta a guidare il Paese". Poi, con una nota ufficiale, commenta il discorso rincarando la dose: "Un'offensiva collezione di clichè e riciclata retorica. Hillary Clinton dice che l'America è più forte unita, ma nell'America di Hillary Clinton milioni di americani vengono lasciati fuori al freddo. Lei è unita solo ai suoi finanziatori".

La sfida è aperta

Di certo non basterà un discorso a far pendere l'ago della bilancia dalla sua parte (lo stesso vale, ovviamente, per Trump). La campagna elettorale, da qui al prossimo 8 novembre, è ancora lunga e densa di incognite. I sondaggi cercheranno di sviscerare, nei minimi dettagli, lo stato d'animo degli americani. Ma è difficile, troppo difficile, fare previsioni. La partita è aperta.

Lo sanno bene i due candidati, pronti a darsi battaglia, senza esclusione di colpi, fino all'ultimo istante.

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