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I criminali di guerra ruandesi brindano all'impunità

È stata fermata l'indagine della suprema corte spagnola sui cirminali di guerra ruandesi, molti dei quali legati al presidente Kagame

Soldati congolesi vicino alla città di Kibumba, al confine con il Rwanda
Soldati congolesi vicino alla città di Kibumba, al confine con il Rwanda

Le peggio barbarie, le torture, le mutilazioni a colpi di coltello, un orrore indelebile per la storia contemporanea, quello che è avvenuto in Ruanda a inizio anni '90. E' ancora vivido infatti il ricordo del genocidio africano, sia sulla pelle di chi è sopravvissuto, ma anche nella memoria di chi nel '94 era abbastanza adulto per osservare non solo una finale di calcio sfociata sopra la traversa, ma anche un orrore nel cuore dell'Africa.

Gli hutu che massacrano i tutsi, l'odio etnico che incendia il Paese e poi le chiese colme di persone in fuga. Le fiamme ad ardere vite e preghiere, lacrime e suppliche.

La cinematografia con Hotel Rwanda e i libri di storia hanno permesso di arrivare negli anni a conoscere la realtà dell'atrocità avvenuta vent'anni fa, ma meno noto è quanto accaduto dopo, quando le parti si sono invertite. Le vittime hanno indossato le divise dei carnefici ed è iniziato il lento requiem delle rappresaglie. Un'algebrica equazione per cui per ogni morto un morto e uno in più. E così i tutsi, uomini dell'attuale presidente Kagame, hanno sfociato la propria rabbia contro gli hutu. Di nuovo massacri e massacratori e la giustizia, pure lei, nel conto delle vittime.

Si perchè è arrivata oggi la notizia che la Suprema corte spagnola ha revocato i mandati d'arresto per 40 uomini dell'esercito ruandese, indagati per crimini di guerra commessi dal '94 al 97'. Tutti uomini appartenenti al Fronte patriottico ruandese e legati a Kagame, infatti tra coloro su cui pendeva l'accusa c'erano anche Jacques Nziza, membro governativo e Karenzi Karake capo dei servizi segreti.

Il procedimento in corso contro gli ufficiali tutsi era iniziato nel 2008, quando la “giurisdizione universale” consentiva alla magistratura di Madrid di portare alla sbarra criminali di qualsiasi parte del mondo, e così erano stati emessi i mandati d'arresto per i ruandesi. La norma che permetteva alla Spagna di perseguire i violatori di diritti umani è stata però sospesa e quindi il Paese iberico ha revocato i mandati d'arresto.

Esultanze a Kigali tra gli uffici governativi, dove si è brindato all'impunità, alla giustizia infangata e alla memoria delle vittime, uccisa anch'essa e sepolta in una fossa del comune oblio.

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