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Per i cristiani è il Natale della paura

I cristiani nel mirino degli estremisti islamici. Dall’Indonesia al Pakistan, dal Bangladesh alle Filippine

Per i cristiani è il Natale della paura

Tra luoghi di culto presidiati e massima allerta, i cristiani nel mondo si preparano al Natale. Oltre che in Siria, Irak e diversi Paesi africani, la paura è altissima anche in Indonesia, Pakistan, Bangladesh, Filippine e Vietnam.

Massima allerta in Indonesia
In vista delle festività natalizie le autorità indonesiane hanno annunciato la massima allerta per possibili attentati terroristici. La paura di attacchi imminenti di matrice islamica è arrivata dopo che la squadra anti-terrorismo dell’Indonesia ha arrestato nove jihadisti. Secondo la polizia, i sospettati - alcuni dei quali rientrati dalla Siria e dall’Irak - stavano pianificando azioni terroristiche nel Paese. Nel mirino ci sono i cristiani e gli sciiti. “I gruppi terroristici che sono attivi in Indonesia, sono legati a vario titolo con le milizie dello Stato Islamico”, ha spiegato Badrodin Haiti, capo della polizia indonesiana dopo gli arresti. Jemaah Islamiyah, un’organizzazione panasiatica fondata nei primi anni novanta e attiva nel territorio, è già responsabile di sanguinosi attentati a Bali e Giacarta. Il presidente Joko Widodo ha emanato un’ordinanza di massima allerta che sarà valida per tutta la durata delle festività e ha fatto aumentare le misure di sicurezza. Soprattutto nelle vicinanze delle chiese.

Natale blindato in Pakistan
Quello dei fedeli cristiani in Pakistan sarà un Natale blindato. Soprattutto per gli abitanti del quartiere di Youhanabad a Lahore, la seconda città del Paese. Secondo le autorità locali i terroristi legati ai talebani vorrebbero colpire i luoghi di culto, già oggetto di brutali violenze. Soprattutto durante il periodo delle feste natalizie. Nel 2013 un centinaio di estremisti si sono accaniti contro i fedeli all’uscita della messa di Natale. Sempre nel 2013 due kamikaze si sono fatti esplodere davanti ad una chiesa protestante a Peshawar, causando cento vittime. Nel marzo scorso un attentato nel sobborgo di Youhanabad ha causato la morte di oltre venti persone e numerosi feriti. Le autorità hanno aumentato le misure di sicurezza in tutta l’area abitata dalla comunità cristiana.

Aumenta la paura in Bangladesh
Negli ultimi mesi sono stati diversi gli attacchi armati contro i cattolici. L’ultimo, in ordine di tempo, è accaduto il 10 dicembre a Dacca, quando due fratelli sono stati feriti in modo grave da un gruppo di assalitori armati. La loro colpa? Essere cattolici. L’attacco armato che ha colpito i due fratelli è molto simile a quello avvenuto nella città di Dinajpur - a circa trecento chilometri a nord di Dacca - lo scorso 18 novembre a Piero Parolari, il missionario italiano del Pontificio istituto missioni estere (Pime). Aggressione rivendicata dai tagliagole dello Stato Islamico. Nonostante il governo del Paese si è sempre rifiutato di ammettere la presenza di terroristi legati all’Isis, sempre gli uomini del Califfo hanno rivendicato anche l’uccisione di Cesare Tavella, il cooperante italiano freddato a colpi di pistola nella zona diplomatica di Dacca lo scorso 28 settembre. Nelle ultime settimane, stando a quanto riferisce Asia News, diversi cristiani sono stati minacciati di morte con una serie di lettere e messaggi.

Il pericolo dei gruppi terroristici nelle Filippine
Nel sud del Paese ci sono diverse formazioni radicali islamiche che sostengono il Califfo. La più grande ed attiva è Abu Sayyaf, ma le sigle sono tantissime. Nel 2010 nell’isola meridionale di Jolo, una bomba è stata fatta esplodere sul tetto di una chiesa. Nell’ottobre scorso l’ex missionario Rolando del Torchio è stato rapito. E non è il solo. Negli ultimi anni l’estremismo islamico ha fatto presa e sono stati sequestrati diversi religiosi cristiani.

In Vietnam i cristiani continuano ad essere perseguitati
La Chiesa in Vietnam è una delle più perseguitate in Asia. Ma questa volta la colpa non è dell’estremismo islamico. Ancora oggi molti cattolici subiscono espropri di terreni ed edifici. Molti sono ancora imprigionati e la libertà di culto continua ad essere limitata dal governo comunista.

La conferma di una situazione ancora ostile ci arriva anche dal recente rapporto “Perseguitati e dimenticati”, fatto della fondazione “Aiuto alla Chiesa che Soffre Onlus”, che segnala la critica situazione della comunità cattolica nel Paese.

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