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Torna la rabbia dei gilet gialli. Parigi e Macron sono sotto assedio

Dalle prime ore di questa mattina si registrano nuovi duri scontri fra polizia e manifestanti, con gli Champs-Elysees teatro di lancio di lacrimogeni da parte delle forze dell'ordine

Torna la rabbia dei gilet gialli. Parigi e Macron sono sotto assedio

I gilet gialli tornano a paralizzare il centro di Parigi. Nel grande viale degli Champs-Elysees, dove i manifestanti si sono riuniti per il terzo giorno di protesta, si sono registrati i primi scontri con la polizia. Intorno alle 9 di questa mattina, i manifestanti scesi per le strade di Parigi hanno tentato di forzare un posto di blocco in Place de l'Etoile. Il tentativo di forzare il check-point ha provocato la dura reazione della polizia che ha iniziato a sparare gas lacrimogeni per disperdere la folla.

La grande arteria parigina è chiusa al traffico dalle prime luci dell'alba. La polizia, schierata in tenuta antisommossa, controlla tutti gli accessi e ha vietato anche il parcheggio nelle strade limitrofe. Ma nonostante i controlli, si teme che i gilet gialli possano fare di nuovo quello che è accaduto negli scorsi giorni, quando il centro di Parigi è diventato terreno di scontri durissimi, con barricate date alle fiamme e scontri tra manifestanti e forze dell'ordine (guarda il video).

Il fallimento del tentativo di mediazione di ieri fra il governo e i rappresentanti della protesta non aiuta a stemperare la tensione. L'incontro fra il premier Edouard Philippe e i delegati dei gilet gialli, è stato un flop, nonostante le parole positive del primo ministro. Solo due membri della delegazione dei manifestanti sono rimasti a Matignon: gli altri se ne sono andati dopo il rifiutato dell'esecutivo a lasciare "filmare e trasmettere in diretta" l'incontro. E adesso per Emmanuel Macron, impegnato nel G-20 di Buenos Aires, l'assedio rischia di diventare molto pericoloso. La protesta non accenna a diminuire. E il presidente francese ha già fatto capire di non voler arretrare sul caro-carburanti e sulla politica economica. Ma la Francia si sta ribellando: e non è più solo una protesta sul prezzo della benzina.

Il presidente francese è "regolarmente informato dell'evoluzione della situazione, come a ogni manifestazione". Queste le prime dichiarazioni dall'Eliseo. Dieci persone sono rimaste ferite: tra loro, tre poliziotti. Il premier Philippe è atteso alla prefettura di Parigi:"Tenuto conto degli incidenti in corso a Parigi, il primo ministro ha deciso di concentrarsi sulla gestione della situazione e si recherà verso mezzogiorno alla prefettura di polizia", ha riferito l'ufficio del premier. Secondo i numeri forniti dal governo francese, sono 75mila i gilet gialli scesi in strada a protestare in tutta la Francia. Di questi, 5.500 sono a Parigi, dove sugli Champs-Elysees si continuano a registrare scontri.

La guerriglia sugli Champs-Elysees è continuata anche nel pomeriggio. Secondo gli ultimi dati sono almeno 90 i feriti, tra cui 14 agenti della polizia. Nentre 183 sono le persone fermate. I manifestanti hanno dato fuoco a cassonetti e auto mentre gli agenti delle forze dell'ordine sono intervenuti in diversi punti della capitale per atti vandalici contro negozi, ristoranti e banche. I vigili del fuoco sono intervenuti per spegnere gli incendi appiccati in diverse parti dei Parigi.

Secondo Le Parisien, alcuni gruppi si stanno preparando a nuovi scontri con la polizia. Altri, invece, si dirigono verso le Galeries Lafayette e il museo del Louvre, fino a place de la Bastille. Alcuni manifestanti hanno "accerchiato" la tomba del milite ignoto. Un gesto per il quale Philippe si è detto "scioccato" e che invece Marine Le Pen ha applaudito. Sostegno alla protesta è arrivato anche da Jean-Luc Melenchon, leader della sinistra de la France Insoumise, che ha definito il movimento dei gilet gialli come "una rivoluzione dei cittadini". La leader di Rassemblement National ha chiesto a Macron su Twitter di ricevere "i capi dei partiti politici di opposizione" al suo rientro dal G20 in Argentina.

Mentre il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, ha espresso la sua "indignazione" e la "grande tristezza" per le violenze che hanno coinvolto la metropoli.

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