Mondo

Tra i jihadisti dell'Isis, ex militari dell'esercito francese

Tra i jihadisti dell'Isis diversi ex militari: si teme che l'integralismo si diffonda anche tra le file dell'esercito. NEL MIRINO DEL TERRORISMO: SOSTIENI IL REPORTAGE

Tra i jihadisti dell'Isis, ex militari dell'esercito francese

Non solo giovani emarginati delle banlieue di Parigi o immigrati di seconda e terza generazione; tra i circa 800 francesi che attualmente combattono sotto le insegne dell’Isis ci sarebbero anche diversi ex militari dei reparti speciali e della Legione Straniera. Per ora ne sono stati identificati una dozzina ma potrebbero essere molti di più. Il ministro della Difesa Jean-Yves Le Drian si è rifiutato di quantificare il numero, limitandosi ad affermare che tra le 3000 persone a rischio terrorismo che i servizi d’intelligence controllano, ci sono anche “ex soldati”.

Eppure le indiscrezioni dicono altro. Secondo Radio France International, un gruppo di comando di dieci ex militari francesi si è organizzato nella regione di Deir el-Zor (nord-est della Siria), con il compito di addestrare le giovani reclute provenienti dalla Francia. Il quotidiano francese L’Opinion ha identificato uno di loro raccontandone la storia: si tratta di un 40enne francese di famiglia magrebina, ex paracadutista di marina (il corpo speciale equiparabile ai nostri Marò) impiegato nel Comando Operazioni Speciali dell’esercito che, lasciata la divisa nel 1998, è stato assunto in una società addetta alla sicurezza per impianti petroliferi nella penisola arabica; qui avrebbe abbracciato l’islam integralista. Licenziato dalla società sarebbe partito per la Siria aderendo all’Isis. Per ora le autorità francesi minimizzano il problema, definendo i casi scoperti, “rari”, eppure, il rischio di radicalizzazione islamica nelle file dell’esercito francese è considerato alto; ecco perché il ministro ha annunciato il rafforzamento del Dipartimento di Protezione e Sicurezza della Difesa (il servizio segreto interno all’esercito) per il controllo ed il monitoraggio dei soggetti a rischio.

Il timore è duplice: da una parte la possibilità che l’Isis si doti anche di un numero cospicuo di europei altamente addestrati all’uso di armi, esplosivi e al combattimento non convenzionale. Dall’altro, la paura che l’eventuale diffusione di sacche d’integralismo tra le file dell’esercito francese possa portare a episodi di terrorismo interno assai più pericoloso. Sui media francesi si richiama l’episodio di Fort Hood del 2009, in Texas, quando Nidal Malik Hasan, un ufficiale medico dell’esercito Usa convertito alla jihad, uccise 13 commilitoni e ne ferì altri 30 prima di essere a sua volta ferito. Hasan è in attesa dell’esecuzione della condanna a morte promulgata nel 2013. Il procuratore militare leggendo la sentenza disse: “Hasan non sarà un martire; pagherà con la vita il suo crimine ma questo non è il suo dono a Dio ma il suo debito con la società”.

La Francia capisce che il terrorismo genera debiti che non si possono mai estinguere.

Twitter: @GiampaoloRossi

SIAMO DAVVERO NEL MIRINO DEL TERRORISMO ISLAMISTA?
Chi sono i jihadisti europei? Quali sono i loro santuari nel cuore dell’Europa? Quali le loro basi più pericolose a poche ore d’aereo da noi? Chi li finanzia? Chi li arma? Vogliamo scoprirlo con un nuovo reportage. SOSTIENI IL REPORTAGE QUI
www.

gliocchidellaguerra.it

Commenti