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Immigrati, un fiume in piena: in 100mila avanzano in Serbia

Rotta balcanica al collasso. Oltre 100mila immigrati entrano in Serbia dalla Macedonia: ora puntano verso l'Europa. Oltre al muro eretto in Ungheria, la Bulgaria schiera l'esercito

Immigrati, un fiume in piena: in 100mila avanzano in Serbia

Sulla "rotta dei Balcani" prosegue incessante la marcia di decine di migliaia di immigrati. L'obiettivo è varcare l'area Schengen per raggiungere i Paesi del Nord Europa, dove sperano di trovare condizioni di vita più umane e dignitose. In 100mila hanno già attraversato la Serbia, il Paese divenuto negli ultimi giorni il centro dell’emergenza immigrazione. A far precipitare la situazione è stata la decisione della Macedonia di riaprire la frontiera con la Grecia, prima tappa per i clandestini che in massa si riversano dopo essere sbarcati dal mare e dalla vicina Turchia.

Il flusso è destinato a crescere. L'Onu prevede che nei prossimi giorni fino a tremila immigrati e rifugiati potrebbero attraversare quotidianamente la frontiera tra Grecia e Macedonia. L’emergenza ha fatto scattare l'allarme anche in Bulgaria dove il governo ha disposto l’invio di mezzi blindati a quattro valichi di frontiera con la Macedonia. "Una misura preventiva - ha detto a Sofia un portavoce del ministero della Difesa - diretta a rafforzare il presidio lungo il confine e affiancare le pattuglie di guardie di frontiera". Evidentemente c’è il timore che, per aggirare il blocco del muro ungherese, gli extracomunitari possano decidere di recarsi in nord Europa attraverso il territorio bulgaro. Un gesto distensivo è, invece, arrivato da Berlino dove il governo di Angela Merkel, in deroga alla Convenzione di Dublino, ha annunciato che i profughi siriani non verranno più rimandati indietro al primo Paese d’ingresso nella Ue.

Nonostante l’emergenza la Serbia sembra reagire con compostezza e spirito di umanità all'enorme flusso di immigrati, un fenomeno dalle dimensioni mai viste prima in tutta la ex Jugoslavia. Dal sud del Paese gli stranieri, che vengono registrati in appositi centri di accoglienza per ottenere un permesso temporaneo di soggiorno di 72 ore, proseguono in autobus, treni e mezzi privati che li porta a Belgrado, tappa intermedia prima di raggiungere il confine con l’Ungheria, dove entrare diventa però sempre più problematico per la decisione del governo conservatore di Viktor Orban di sigillare i 175 chilometri di frontiera serba con una barriera metallica e di filo spinato alta quattro metri. Nonostante il muro, la cui costruzione verrà completata entro la fine di agosto, in anticipo sul previsto, in tanti riescono comunque a entrare in territorio ungherese. Tanto che le autorità di Budapest hanno già annunciato un inasprimento della normativa con pene più severe per chi viola i confini.

Chi riesce a entrare in Ungheria, si attrezza per raggiungere il Nord Europa e la Scandinavia.

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