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Immigrazione, quel buco tra Serbia e Ungheria

Tra Serbia e Ungheria il "buco" per entrare nell'Europa comunitaria usato dai clandestini. Così arrivano a casa nostra

Immigrazione, quel buco tra Serbia e Ungheria

Un'altra strada per entrare in Europa e in Italia. I clandestini scoprono nuove rotte per superare le fontiere ed entrare nell'area Schengen. Una delle più gettonate è quella che si trova alla frontiera fra Serbia e Ungheria. Di fatto è questa la nuova "Porta d'Europa". E' la città di Subotica, al nord della Serbia, ultima città prima della frontiera. Qui i migranti riprendono le forze prima di cominciare la traversata dell'Europa e per approfittare del "buco" nella frontiera.

Gli ingressi illegali, come racconta Italia Oggi, sono aumentati del 250% tra gennaio e febbraio rispetto ai primi due mesi del 2014 secondo il rapporto di Frontex. I 174,6 chilometri di confine fra la Serbia e l'Ungheria vedono passare anche l'esodo dei kosovari. I migranti si passano un indirizzo: la fabbrica dismessa di Subotica dove sanno che potranno ripararsi nella loro marcia a tappe forzate e attendere il passaggio dei traghettatori serbi per superare il confine. Per farlo ognuno di loro dovrà pagare 1.400 euro. Questa linea verde di 174,6 chilometri di frontiera serbo-ungherese è il terzo punto di ingresso illegale nell'area Schengen (37 mila attraversamenti clandestini nel 2014), dopo il Mediterraneo centrale (174 mila) e il Mediterraneo orientale (50 mila).

Il "buco" fra Serbia e Ungheria si trova proprio sul corridoio 10, il percorso più corto fra Salonicco e l'Austria. Qui i migranti arrivano in treno, dalla Grecia nascosti nei vagoni merci, oppure in autostrada o a piedi. Ci sono anche famiglie con bambini, gruppi di uomini soli da 18 a 30 anni. I tre quarti dei migranti sono profughi siriani, afgani e pakistani. Ventuno euro sono sufficienti per percorrere in bus i 700 chilometri che separano Pristina, la capitale del Kosovo, da Subotica in Serbia. Di fronte all'impennata di ingressi clandestini è stata rinforzata la sorveglianza della linea di frontiera e accanto alla polizia serba sono arrivati dei pattugliatori tedeschi. La Germania è la prima destinazione degli esiliati sulla rotta dei Balcani. I risultati ci sono: hanno intercettato 1.

500 passaggi dall'inizio di febbraio secondo Frontex.

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