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Iraq, un'altra strage dell'Isis. Uccisi almeno 80 yazidi e rapiti 200 tra donne e bambini

Quando i residenti del vilaggio di Kocho si sono rifiutati di convertirsi all'islam è avvenuto il massacro. Rapiti 200 tra donne e bambini

Iraq, un'altra strage dell'Isis. Uccisi almeno 80 yazidi e rapiti 200 tra donne e bambini

Ancora una strage nel nord dell’Iraq. Almeno 80 yazidi sono stati uccisi ieri da miliziani dell’Isis, che hanno rapito un gruppo di 200 tra donne e bambini yazidi nel villaggio di Kocho. A riferirlo è l’agenzia di stampa Xinhua, che cita fonti di sicurezza curde. Kocho, circa 20 chilometri a sud di Sinjar, si trova in una zona in mano all’Isis alla quale i giornalisti non hanno accesso. "Quando i residenti si sono rifiutati di convertirsi all'islam è avvenuto il massacro", ha spiegato il deputato yazida Khalil. Il parlamentare ha inoltre affermato che gli Stati Uniti dovrebbero fare di più per proteggere chi fugge dalle violenze dello Stato islamico. "Abbiamo invitato l'amministrazione Usa e il governo dell'Iraq a intervenire e aiutare le persone innocenti, ma sembra che nessuno stia ascoltando", ha detto Khalil.

Il portavoce delle forze di sicurezza curde, Halgurd Hekmat, ha detto venerdì sera che le donne e i bambini rapiti da Kocho sono stati portati nella vicina città di Tal Afar, che è controllata dallo Stato islamico. Questo mese decine di migliaia di yazidi sono fuggiti quando i jihadisti hanno conquistato la città settentrionale di Sinjar, vicino al confine con la Siria. Gli yazidi praticano un'antica religiosa che i sunniti radicali considerano un'eresia. Negli ultimi giorni l'Onu ha dichiarato il cosiddetto livello di emergenza 3 per l'Iraq, dopo che circa 45mila membri della minoranza yazida sono scappati sul monte Sinjar e sono rimasti bloccati in cima perché i combattenti dello Stato islamico li hanno circondati. Le Nazioni unite hanno annunciato che incrementeranno il sostegno agli yazidi e 

538em;">ad altri 400mila iracheni che da giugno sono fuggiti dal nord dell'Iraq verso la provincia curda di Dahuk per scappare alle violenze dell'Isis.

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