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La forza anti-Isis di Google: così lavora la contro-propaganda

Il motore di ricerca contro lo sforzo comunicativo dei jihadisti, per batterli online

La forza anti-Isis di Google: così lavora la contro-propaganda

Semplice, ma efficace. Se la propaganda dell'Isis - lo si dice da tempo - è fortissima sui social media e li sfrutta a suo favore, per accaparrarsi nuove reclute come anche per diffondere il proprio, malato messaggio al mondo, la risposta può e anzi deve venire da un altrettanto forte sforzo di contro-propaganda.

Lo ha ben compreso Google, che sta sfruttando le risorse del suo motore di ricerca, il più utilizzato al mondo per provare a sviare e depistare i jihadisti, per lo meno forse quelli in via di radicalizzazione, e toglier loro uno strumento per accedere alla propaganda del sedicente Stato islamico.

Si chiama "Redirect Method" (Metodo re-direzionamento) il piano, semplice ma in un certo senso efficace, messo a punto da Google, che secondo dati citati dal Times di Londra avrebbe contribuito ad allontanare centinaia di migliaia di persone dal richiamo della propaganda jihadista, con un'opera di semplice depistaggio.

Il sistema si limita, in fondo, a utilizzare una serie di chiavi di ricerca, come lo slogan dell'Isis Baqiya wa tatamaddad (rimanere ed espandersi), indirizzando chi li cerca verso video su YouTube che hanno l'opposto scopo di fare da contro-propaganda ai jihadisti. Lo stesso discorso vale per le "agenzie media" (se il termine è qui applicabile) Al-Furqan, Al-Hayat o Amaq, che diffondono materiale e notizie legate all'Isis.

Il sistema, spiega il Times, funziona tanto sulle ricerche in inglese quanto su quelle in lingua araba.

I video utilizzati come contro-propaganda sono tanto resoconti in prima persona di come la vità è davvero nella Raqqa divenuta capitale de-facto dell'Isis, quanto opinioni in netto contrasto con quelle espresse dal gruppo.

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