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Isis, liste d'attesa e nepotismo per fare il kamikaze

La cellula cecena dello Stato Islamico si lamenta con i sauditi: "Favoriscono i loro amici e parenti nelle liste d'attesa per diventare martiri"

Isis, liste d'attesa e nepotismo per fare il kamikaze

I miliziani dell'Isis sono molti, tanti dei quali sono pronti al "martirio" kamikaze pur di affermare la potenza dello Stato Islamico. C'è addirittura una storia riportata dall'Indipendent secondo cui ci sarebbero lunghe liste d'attesa gestite dagli uomini di Al-Bahgdadi in cui sarebbero iscritti i miliziani, anche occidentali, che desiderano farsi esplodere in un attentato kamikaze.

Inoltre, in un sito ritenuto vicino ai miliziani dello Stato Islamico, è stato riportato un articolo scritto da un combattente e predicatore ceceno dell'Isis, Kamil Abu Sultan Al-Daghestani, in cui il terrorista si lamenta di atti di nepotismo compiuti dai miliaziani sauditi. Morire nel nome di Allah, infatti, è considerato un privilegio. Molto più onorevole di trovare la morte in battaglia, magari colpiti dal nemico. Per questo le "liste d'attesa" sarebbero incredibilmente affollate, così tanto che riuscire ad arrivare "in cima" può essere complesso. Soprattutto, denuncia nell'articolo Abu Sultan, se si è ceceni: i sauditi, infatti, piloterebbero le liste dando priorità e favorendo amici e parenti.

Per supportare la denuncia, il terrorista porta ad esempio la storia di un commilitone partito per l'Iraq per scalare una lista che in Siria sarebbe risultata insormontabile: "I Sauditi controllano tutto - si era lamentato con Abu Sultan - non permettono a nessuno di andare in prima linea. Favoriscono i propri parenti in battaglia". Tanto da far dire ai ceceni che solo con contatti personali è possibile ridurre l'attesa.

Che sia solo uno sfogo non è ancora dato saperlo. Certò è che sono molti i miliaziani dell'Isis che aspirano alla "morte santa" e la Cecenia è indubbiamente un grande bacino d'utenza per lo Stato Islamico. Molti degli aspiranti kamikaze, però, sono occidentali: Fatlum Shalaku, un londinese di 20 anni, si ritiene sia stato l'ultimo militante inglese a farsi esplodere in un attentato per lo Stato Islamico in Iraq, guidando uno dei camion-bomba utilizzati per conquistare la città di Ramadi. .

Lo stipendio mensile per chi si arruola è molto alto (si parla di 3.000 dollari), ma a quanto pare l'obiettivo principale è poter morire suicida per Allah.

Fino anche a litigare per le liste d'attesa: le dodici vergini promesse in paradiso fanno gola a molti.

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