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Israele, vantaggio Netanyahu: ma adesso si rischia la paralisi

Chiuse le urne, adesso c'è attesa per i responsi elettorali: è confermato il testa a testa tra Gantz e Netanyahu. Lieberman ago della bilancia: "Interessato solo ad un governo di unità nazionale"

Israele, vantaggio Netanyahu: ma adesso si rischia la paralisi

Per la prima volta nella sua storia, Israele torna al voto dopo appena cinque mesi dalla precedente consultazione. Anche per questo l’elemento di curiosità, a Tel Aviv come a Gerusalemme ed in tutte le altre città del paese, appare molto alto una volta aperti i seggi.

I primi exit poll diffusi dalla tv israeliana, contribuiscono ad alimentare una certa incertezza già ben evidente alla vigilia: è confermato infatti il testa a testa tra Blu & Bianco ed il Likud, i due principali partiti, guidati rispettivamente da Benny Gantz e Benjamin Netanyahu. Il divario, secondo i primi sondaggi diffusi dopo il voto, è molto risicato.

Il conteggio delle schede, giunto oramai al 92% del totale, assegna un leggero vantaggio al Likud e dunque al partito di Benjamin Netanyahu: in particolare, la formazione di centro - destra ha il 28.2% dei voti, mentre Blu & Bianco di Gantz si ferma al 27.5%. Divario minimo quello a favore di Netanyahu, che però gli conferisce in questo momento la possibilità di ottenere l'incarico per formare il governo. Al prossimo parlmento, sia il Likud che Blu & Bianco avrebbero, con questi risultati, 32 seggi a testa.

Terza forza dovrebbe essere la Lista araba unita, con 12 seggi all'interno del nuovo parlamento, seguita da Yisrael Beiteinu con 9 deputati nella nuova Knesset. Anche il partito della destra religiosa dello Shas è accreditato di 9 seggi, seguito dall'altro partito religioso, ossia il Giudaismo Unito nella Torah, con 8 seggi. Entra in parlamento anche la formazione di destra Yamina, con 7 deputati. Male il Partito Laburista, con appena 6 seggi dentro il parlamento, seguito dall'Unione Democratica con 5 seggi. Fuori invece tutti gli altri.

In crescita l’affluenza: il dato definitivo parla di un 69.4% di elettori che si è recato alle urne, con un incremento dell’1.5% rispetto al voto di aprile. Anche questo è segno della curiosità attorno a queste consultazioni. Lo spoglio delle schede è già iniziato, i risultati definitivi sono attesi in nottata.

Oltre ai risultati dei singoli partiti, l'attenzione è puntata anche sui possibili abbianamenti delle liste che entreranno nel futuro parlamento. Il numero da tenere d'occhio è il 60: chiunque voglia farmare un governo, deve superare la soglia minima dei 60 deputati su 120 per avere la maggioranza. Da questo punto di vista, nessuno tra Netanyahu e Gantz avrebbe i numeri necessari. Sommando infatti i seggi ottenuti da Blu & Bianco con quelli dei papabili alleati, ossia Laburisti, Mereetz e la lista araba unita, si arriverebbe ad un massimo di 55 deputati. Dal canto suo Netanyahu invece, creando un'alleanza tra il Likud, i partiti religiosi e "La Nuova Destra", avrebbe tra i 55 ed i 57 seggi.

Ago della bilancia dunque potrebbe essere Avigdor Lieberman, con i circa 10 seggi del suo Yisrael Beiteinu: il partito, pur essendo considerato di destra, potrebbe essere disponibile per un'alleanza sia con Gantz che con Netanyahu. Ed è proprio Lieberman il primo leader a parlare dopo il lancio degli exit poll: "Siamo interessati solo ad un governo di unità nazionale - dichiara il leader di Yisrael Beiteinu - Governi del genere servono per una situazione di emergenza come questa".

Parlando dal palco ad una folla in festa all'interno del quartier generale del partito, Lieberman spiega quelle che saranno le sue mosse: "Appoggerò solo governo con dentro sia il Likud che Blu & Bianco. Se Gantz o Netanyahu non sono interessati ad un governo del genere, noi non li sosterremo". Il progetto a cui lavora Lieberman, come spiega il Jerusalm Post, è quello di un esecutivo formato da centristi e liberali e che mandi all'opposizione sia la lista araba che la destra religiosa.

Tra i big, si registra anche l'intervento di Ayman Odeh, leader della lista araba unita: "Siamo tornati ad essere la terza forza in parlmento - commenta - Sono contento dell'aumento dei votanti nelle zone a maggioranza araba. L'era di Netanyahu si avvicina alla fine".

Le "grandi manovre" sembrano essere realmente iniziate. Yair Zivan, portavoce di Yair Lapid (l'altro leader di Blu & Bianco) invita esplicitamente il Likud ad unirsi ad un governo di unità nazionale: "Abbiamo detto da tempo che vogliamo un governo di unità, guidato da Blu e Bianco, con il Likud e Lieberman, ma senza Netanyahu. Questo è anche quello che la maggioranza degli israeliani vuole". Parole che non vengono gradite dal numero due del Likud, Yuli Edelstein: "Esorto i leader degli altri partiti a non cercare di determinare chi sarà il nostro leader, qualsiasi tentativo in questo senso non funzionerà - dichiara - Il nostro leader è Benjamin Netanyahu, non ci sono altre alternative".

Soltanto nel cuore della notte parlano invece i due big, ossia Netanyahu e Gantz. Il premier in carica, incontrando alcuni sostenitori alle 3.30 del mattino, afferma di voler lavorare per "un forte governo sionista che rifletta le opinioni di molte persone della nazione". Netanyahu non ha rivendicato alcuna vittoria, ha semplicemente promesso la vigilanza contro possibile esecutivi giudicati non sionisti "e che si appoggiano a partiti arabi".

Poco dopo l'avversario di Blu & Bianco, Benny Gantz, da Tel Aviv fa sapere di essere già a lavoro per i negoziati: "Agiremo per formare un governo di ampia unità che esprimerà la volontà del popolo".

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