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Istanbul, pugno duro del governo: "Via gli irregolari entro il 20 agosto"

Erdogan pronto ad espellere da Istanbul tutti i migranti irregolari, il sindaco della città sembra favorevole. Da Ankara parte l'invito ufficiale: "Entro il 20 agosto chi non è in regola con i documenti deve lasciare la metropoli"

Istanbul, pugno duro del governo: "Via gli irregolari entro il 20 agosto"

C’è una cosa sulla quale governo ed opposizione in Turchia sembrano andare d’accordo, ossia la necessità di censire i migranti irregolari e risolvere una situazione che specie ad Istanbul sembra diventare esplosiva.

Governo nazionale e nuovo governo locale, rappresentato dal neo sindaco di Istanbul del Chp (principale partito di opposizione all’Akp del presidente Erdogan) Ekrem Imamoglu, sembrano convergere sulla necessità di intervenire sui migranti irregolari, la gran parte siriani. Nei giorni scorsi il ministro dell’interno, Suleyman Soylu, rende noto di un piano prossimo a partire e che riguarda proprio la più grande metropoli turca.

In particolare, come scrive la corrispondente de La Stampa Marta Ottaviani, entro il prossimo 20 agosto i migranti irregolari devono lasciare la città. Diversamente, la Polizia potrebbe intervenire per far rispettare in ogni caso questa disposizione.

Questa mossa vede l’opposizione ovviamente degli stessi siriani, scesi in piazza per protestare nei giorni scorsi, ma non del sindaco Imamoglu, il quale anzi in campagna elettorale usa toni duri contro gli irregolari. E così, di fatto, nasce un’inedita convergenza tra governo nazionale ed opposizione al governo ad Istanbul.

Ma il tutto in realtà è ben prevedibile: quello dei migranti irregolari è un problema molto sentito in una metropoli che ne ospita mezzo milione. Molti di loro occupano stabili abbandonati, oppure sono soliti bivaccare nei pressi di stazioni di metro od autobus, creando anche un certo allarme sotto un determinato profilo sociale.

Fino ad oggi lo stesso Erdogan sembra chiudere gli occhi: molti siriani vengono impiegati come manodopera a basso costo, per di più l’immigrazione proveniente dal nord della Siria è effetto collaterale della guerra civile incentivata nel 2011 dallo stesso presidente turco il quale è ben consapevole del possibile esodo verso il suo paese.

Anzi, gli immigrati in passato sono arma politica per l’Akp che nel 2016 riesce a strappare un accordo con Bruxelles che vale tre miliardi di Euro all’anno diretti nelle casse di Ankara per trattenere i profughi siriani in Anatolia. Attualmente la Turchia ha nei suoi campi di accoglienza circa 3.5 milioni di migranti siriani, mezzo milione di questi sono ad Istanbul, a cui occorre aggiungere un altro mezzo milione di irregolari.

Oggi però, rispetto a qualche anno fa, la situazione in Turchia è cambiata: l’economia arranca, l’opinione pubblica inizia ad essere sempre più spazientita ed in un contesto del genere la presenza dei migranti irregolari genera maggiore preoccupazione sociale. Ecco perché l’Akp, sempre più in calo di consensi, decide adesso di intervenire.

La Polizia è pronta ad essere schierata nei quartieri dove vi è la più alta concentrazione di migranti irregolari, chi non vuole farsi riconoscere rischia l’arresto e potrebbe essere accompagnato alla frontiera. Da Ankara, dalla sede del governo, si parla di volontà di liberare Istanbul dal degrado, dal comune della metropoli si accusa l’esecutivo di aver gestito male la questione ma al tempo stesso il piano del ministro dell’interno non dispiace.

E da qui al 20 agosto dunque, la più grande città turca potrebbe diventare teatro di una vasta operazione volta a risolvere in tal modo, almeno per il momento, il problema degli immigrati regolari.

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