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L’attentato a Giacarta per acquistare la credibilità del Califfo

In Indonesia continua la caccia ai due super ricercati Bahrum Naim e Abu Wardah, collegati agli attacchi terroristici del 14 gennaio a Giacarta. Intanto la polizia ha avvertito che solo negli ultimi giorni sarebbero partiti per combattere in Siria circa 200 indonesiani

L’attentato a Giacarta per acquistare la credibilità del Califfo

In Indonesia continua la caccia agli uomini collegati agli attacchi terroristici che il 14 gennaio scorso hanno sconvolto Giacarta. La polizia indonesiana, che il giorno successivo all’azione ha arrestato tre persone, sta cercando Bahrum Naim e Santoso, detto anche Abu Wardah.

Il primo è considerato la mente degli attacchi. Secondo gli investigatori, infatti, è proprio lui che vorrebbe unire tutti i gruppi terroristici del sud-est asiatico sotto la bandiera nera del Califfato e avrebbe organizzato l’attacco per acquistare credibilità. Sette anni fa Bahrum Naim gestiva un internet cafè a Solo, nel Java centrale. Poi nel 2011 è stato arrestato per possesso illegale di armi. Dopo tre anni in carcere è diventato uno dei leader delle organizzazioni dell’isola. Sembrerebbe che successivamente sia partito per unirsi ai tagliagole dello Stato Islamico in Siria e solo recentemente sia tornato in patria. Poco tempo fa, su internet, è apparso uno documento che incoraggiava le cellule indonesiane ad imitare gli attacchi di Parigi del 13 novembre scorso. Lo scritto, dal titolo “Lezioni dagli attacchi di Parigi”, porta la firma proprio di Bahrum Naim.

L’altro super ricercato è Abu Wardah, leader del gruppo East Indonesia Mujahidin Group (MIT), anche questo collegato ad ISIS. Secondo la polizia, l’uomo si nasconde nella zona di Poso, nel Sulawesi centrale. Il territorio montagnoso e il possibile aiuto della popolazione locale – che in gran parte simpatizza per la sua organizzazione – rende le ricerche molto difficili. Proprio per questo, oltre alla polizia, si è mobilitato anche l’esercito. Questa zona è stato teatro di sanguinosi scontri tra gruppi di musulmani radicali e cristiani dal 1999 fino al 2001.

Intanto, mentre le ricerche continuano, il generale Badrotin Haiti, capo della polizia, ha avvertito che solo negli ultimi giorni sarebbero partiti per combattere in Siria circa 200 indonesiani, che si aggiungono agli altri 400 partiti negli anni passati.

Secondo l’intelligence, inoltre, i sostenitori dello Stato Islamico nel Paese asiatico sarebbero circa un migliaio.

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