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L’Isis rivendica l’attentato di Grozny, ma Kadyrov punta il dito contro “potenze occidentali”

L’Isis rivendica l’attentato di Grozny, ma Kadyrov punta il dito contro “potenze occidentali”

L’Isis ha rivendicato l’attacco alla chiesa di San Michele Arcangelo di Grozny messo in atto sabato scorso. Lo riferisce il Site, la piattaforma che monitora le attività dei jihadisti sul web, citando l'agenzia ufficiale dello Stato islamico Amaq.

Una rivendicazione che non convince però il presidente ceceno Ramzan Kadyrov che ha invece puntato il dito contro non meglio precisate potenze occidentali: “Secondo le ultime informazioni, i miliziani hanno ricevuto l'ordine da un Paese occidentale”.

Kadyrov ha inoltre aggiunto che in Cecenia non sono presenti terroristi dell’Isis, ma non esclude che ci possano essere soggetti che si ispirano a quel tipo di violenza.

Tutto ha avuto inizio intorno alle 15 di sabato quando una cellula di quattro terroristi armati di coltelli, ordigni incendiari ed armi da fuoco ha preso d’assalto il luogo di culto con l’obiettivo di penetrare all’interno, prendere ostaggi e plausibilmente compiere una strage.

Un piano parzialmente sventato dalla prontezza dei parrocchiani che, una volta sentito il grido “Allahu Akbar” e i primi due spari, hanno capito subito cosa stava succedendo e si sono precipitati a sigillare i portoni d’ingresso, salvando così la vita a tutti coloro che si trovavano all’interno dell’edificio.

Uno dei sacerdoti ha dichiarato: “stavamo pregando quando all’improvviso abbiamo sentito il grido Allahu Akbar e due colpi di arma da fuoco, i parrocchiani però non si sono fatti sorprendere e si sono precipitati a chiudere i portoni, salvandoci così la vita”.

La chiusura improvvisa delle porte ha bloccato all’esterno i quattro jihadisti che sono poi stati immediatamente raggiunti e abbattuti dalle forze di sicurezza dopo un breve scontro a fuoco.

Il bilancio finale è di sette morti (quattro terroristi, due agenti di polizia e un civile) e due feriti, ma poteva andare decisamente peggio se non fosse stato per la prontezza dei parrocchiani.

I terroristi sono poi stati identificati come i fratelli Amir e Ali Yunusov (18), Ahmed Tsechoev (18) e Mikail Elisultanov (19), provenienti dai villaggi di Geldagan (distretto di Kurchaloi) e Argunsky (Alkhan-Churt/Grozny).

L’attacco di San Michele Arcangelo è il secondo perpetrato contro un obiettivo cristiano-ortodosso nel Caucaso settentrionale da inizio 2018; il 18 febbraio scorso infatti, durante le celebrazioni della festività cristiano-ortodossa di Maslenitsa, un jihadista 23enne armato di fucile e coltello aveva aperto il fuoco contro i fedeli in uscita dalla chiesa di San Giorgio a Kyzlyar (Daghestan), all’urlo “Allahu Akbar”, uccidendo cinque donne e ferendo altre quattro persone.

Anche in quell’occasione l’Isis aveva rivendicato l’azione ma non erano emersi collegamenti diretti tra l’attentatore e ambienti legati allo “Stato Islamico”.

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